I dipendenti di Amazon dovranno lavorare in ufficio almeno tre volte a settimana: vale anche per le posizioni che erano state assunte in regime di smart working, incluse quelle chiamate durante la fase di picco della pandemia Covid-19. Morale? Moltissimi dipendenti americani saranno costretti a traslocare in fretta e furia con la loro famiglia, in modo da poter raggiungere gli uffici di Seattle o delle altre sedi locali dell’impero di Amazon.
I lavoratori assunti con regime di telelavoro da Amazon dovranno presentarsi in uno dei diversi uffici di grandi dimensioni – che l’azienda chiama ‘hub principali – presenti negli USA. La lista, oltre alla ‘Sfera’ di Seattle, include anche le sedi di New York e San Francisco. Tuttavia, le decisioni su chi dovrà trasferirsi e dove varieranno da dipartimento a dipartimento. L’azienda non avrebbe ancora stabilito quanti dipendenti dovranno trasferirsi.
Un rappresentante di Amazon ha detto a Bloomberg che l’azienda ha chiaramente osservato “una sinergia più forte, un clima di maggiore collaborazione e opportunità di networking più forti” da quando è stata presa la decisione di richiamare la maggior parte dei dipendenti in ufficio. Lo scorso febbraio il CEO di Amazon, Andy Jassy, aveva annunciato la fine del regime di telelavoro, che è stato sostituito da un regime ibrido: il dipendente deve presentarsi obbligatoriamente in ufficio per almeno tre giorni a settimana, mentre negli altri è libero di scegliere se lavorare da casa o meno.
La decisione è stata accolta da forti polemiche, anche perché è arrivata nello stesso periodo in cui Amazon ha annunciato che avrebbe licenziato decine di migliaia di lavoratori in tutto il mondo. Complessivamente, gli esuberi hanno interessato 27mila dipendenti.
“Continuiamo a cercare i migliori modi per riunire più team nelle stesse località, e comunicheremo direttamente con i dipendenti quando prenderemo decisioni che li riguardano”, ha detto un portavoce di Amazon a Bloomberg.