Il Senato italiano ha recentemente approvato un disegno di legge che impone il divieto di produzione e importazione della carne coltivata in laboratorio, comunemente nota come carne sintetica. Questa controversa decisione, promossa dal governo Meloni, è stata approvata con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti. Ma mentre l’Italia adotta questa posizione, altri paesi potrebbero conquistare una fetta importante del mercato dei nuovi cibi.
Il disegno di legge va oltre il semplice divieto di carne coltivata e proibisce anche l’uso del termine “carne” per identificare alimenti derivati da proteine vegetali e la produzione e importazione di mangimi sintetici. Questa decisione ha suscitato polemiche e reazioni contrastanti all’interno del paese.
Tuttavia, il divieto sembra riflettere un atteggiamento conservatore verso l’innovazione alimentare, che non è nuovo nella storia italiana. Prodotti alimentari come pomodori, patate, mais e melanzane, in passato venivano considerati velenosi, ma oggi sono parte integrante della cucina nazionale.
Un punto di vista simile si è verificato nel passato anche per la pasta, avversata dal regime fascista ma poi diventata un simbolo della resistenza. Nonostante ciò, il governo italiano sembra ignorare le esigenze ambientali, le prove sanitarie e le opportunità economiche legate all’innovazione alimentare.
L’utilizzo sostenibile delle risorse è un tema cruciale, e l’allevamento del bestiame richiede notevoli quantità di acqua, contribuendo alla scarsità idrica in periodi di caldo estremo. Mentre il 2023 ha segnato un caldo record, le previsioni climatiche indicano che questo sarà presto lo scenario abituale. La carne coltivata in laboratorio potrebbe offrire una soluzione sostenibile, ma il governo sembra ignorare queste implicazioni.
Inoltre, questa scelta lascia l’Italia isolata nel panorama internazionale, poiché è l’unico paese al mondo ad avere imposto un divieto così ampio sulla carne sintetica. I mercati alimentari globali stanno sperimentando una rapida evoluzione verso alternative sostenibili e innovative, ma l’Italia rischia di rimanere indietro a causa delle scelte ideologiche.
Secondo esperti del settore alimentare, la carne coltivata in laboratorio avrà inevitabilmente accesso al mercato dell’Unione Europea in futuro. Pertanto, la decisione del governo italiano di opporsi all’innovazione alimentare potrebbe limitare le opportunità economiche e porre il paese in una posizione svantaggiata rispetto ai concorrenti globali.