Lo studio sui potenziali oggetti celesti chiamati “stelle di materia oscura” ha suscitato un grande interesse scientifico. Questi oggetti teorici potrebbero essere molto più grandi e luminosi del Sole, alimentati da particelle di materia oscura che si annichiliscono. Se confermata, questa scoperta potrebbe fornire preziose informazioni sulla natura stessa della materia oscura, uno dei misteri più grandi dell’universo.
Gli esperti hanno utilizzato il telescopio spaziale James Webb (JWST) per osservare tre candidati stelle di materia oscura, chiamati Jades-GS-z13-0, Jades-GS-z12-0 e Jades-GS-z11-0. Questi oggetti sono stati catalogati come galassie primordiali, risalenti a un periodo compreso tra 320 e 400 milioni di anni dopo il Big Bang, rendendoli tra gli oggetti celesti più lontani mai osservati.
Le stelle di materia oscura sono state teorizzate per la prima volta in uno studio del 2008 e funzionano in modo molto diverso dalle stelle ordinarie. Al centro delle protogalassie, si formano densi ammassi di materia oscura insieme a nubi di idrogeno e gas di elio. Mentre il gas si raffredda e collassa, trascina con sé la materia oscura, che inizia a annichilirsi generando calore. Questo impedisce al gas di collassare completamente, formando invece oggetti massicci, gonfi e incredibilmente luminosi, molto più brillanti delle normali stelle.
Identificare le stelle di materia oscura non è un compito semplice poiché assomigliano alle galassie primordiali. Tuttavia, i ricercatori hanno notato alcune differenze cruciali, come la loro natura puntiforme rispetto alle estese galassie. Inoltre, queste stelle oscure supermassicce mostrano una caratteristica riga di assorbimento dell’elio nota come riga HeII (1640 ångström), che manca nelle galassie primordiali. Sebbene le osservazioni siano ancora preliminari e la loro identificazione sia oggetto di studio, ciò che è chiaro è che le stelle di materia oscura potrebbero rivelarsi delle sorgenti di luce straordinarie e cruciali per comprendere l’universo primordiale.
Tuttavia, la formazione e la sopravvivenza delle stelle di materia oscura nell’universo attuale sembrano altamente improbabili. Le condizioni necessarie per la loro formazione sono state riscontrate solo nell’alba cosmica, quando si formarono le prime stelle e galassie.
Nonostante ciò, i ricercatori sono ottimisti riguardo alla possibilità di individuare altre candidati stelle di materia oscura con il JWST e il prossimo Roman Space Telescope. Ulteriori osservazioni spettroscopiche utilizzando lo strumento NirSpec di JWST, basato sulla riga di assorbimento dell’elio HeII 1640, potrebbero confermare l’identità di questi misteriosi oggetti. Inoltre, il radiotelescopio ALMA potrebbe fornire ulteriori caratteristiche specifiche degli spettri delle stelle oscure supermassicce, contribuendo alla nostra comprensione di queste entità celestiali enigmatiche.