Con 1.474 trapianti di fegato eseguiti nel 2022, l’Italia si conferma come il Paese leader per il numero assoluto di interventi epatici in Europa, secondo quanto riferito dal Centro nazionale trapianti (Cnt) in un recente rapporto. Il documento ha esaminato oltre 24.000 trapianti di fegato svolti in Italia dal 2000 al 2020, evidenziando un costante incremento di tali interventi nel corso degli anni. Due dati chiave emersi dal report riguardano i tempi d’attesa per l’ottenimento di un nuovo organo e il miglioramento della sopravvivenza dei trapiantati.
Il numero di trapianti di fegato è salito da 7-800 negli anni 2000 a oltre 1.200 nel 2019, con una leggera flessione nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, ma successivamente tornato in crescita fino al dato del 2022. Il rapporto ha evidenziato un costante aumento nel numero di interventi, ma anche una diminuzione dei tempi d’attesa per ricevere un organo nuovo. L’analisi ha rilevato che c’è una probabilità del 52% di ricevere un trapianto entro i primi 6 mesi dall’iscrizione in lista, con un miglioramento del 10% circa tra il periodo 2002-2013 e il periodo 2014-2020. Inoltre, la mortalità in lista d’attesa è diminuita nel secondo periodo, passando dal 16,2% al 12,2% a 2 anni dall’iscrizione.
La sopravvivenza dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato è notevolmente migliorata nel corso degli anni. Nell’intero arco temporale dal 2000 al 2020, la sopravvivenza dei pazienti adulti è stata dell’87,2% a 1 anno e del 75,8% a 5 anni. Nel periodo più recente, dal 2014 al 2020, la sopravvivenza a 1 anno è aumentata al 89,5%, superando il 90% nel 2020, un incremento di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2000. Anche i dati relativi ai pazienti pediatrici sono molto positivi, con una sopravvivenza a 1 anno già superiore al 90% e salita al 92,2% negli ultimi anni, mantenendosi sopra il 90% a 5 anni dal trapianto.
L’età media dei donatori deceduti si conferma elevata, con quasi il 50% di essi oltre i 60 anni al momento della morte, e il 26% oltre i 70 anni. L’efficacia nell’utilizzo dei fegati provenienti da donatori anziani è un punto di forza della rete trapiantologica italiana, come dimostrato dal successo del primo prelievo di organo al mondo da una donatrice ultracentenaria, deceduta a 100 anni, 10 mesi e 1 giorno.
Il rapporto del Cnt si compone di tre sezioni: un’analisi delle liste d’attesa, una descrizione dell’attività di trapianto svolta dai vari centri italiani e una valutazione degli esiti. Due focus specifici sono stati dedicati alla popolazione pediatrica e all’effetto della pandemia da Sars-CoV-2 e all’utilizzo del vaccino nei trapianti di fegato.
Questo report è parte del costante impegno del Cnt nel monitorare e valutare l’attività di trapianto nel Paese. Dopo le analisi relative ai trapianti di fegato e polmone, pubblicate lo scorso anno, sono previsti rapporti sui trapianti di cuore e rene nei prossimi mesi. L’Italia continua così a dimostrare l’eccellenza e il progresso nella chirurgia dei trapianti, contribuendo a migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza di numerosi pazienti affetti da gravi patologie epatiche.