Laser per l’astronomia: lo strumento super-tecnologico rivoluzionerà le osservazioni

Un laser per l’astronomia, sviluppato presso l’Osservatorio Astronomico di Roma dell’INAF, sta per essere utilizzato a Tenerife, alle Canarie, con l’obiettivo di migliorare le osservazioni astronomiche e testare comunicazioni satellitari ad altissima velocità. Questo laser, montato su un banco ottico a Monte Porzio Catone, è il risultato di oltre dieci anni di lavoro ed è considerato il più potente al mondo.

Dotato di una potenza di 90 watt, il raggio giallo del laser è in grado di eccitare gli atomi di sodio nell’atmosfera fino a 90 chilometri di altezza, generando una stella artificiale. Questo fenomeno permette di misurare la turbolenza atmosferica in tempo reale, fornendo agli astrofisici dati preziosi per correggere le distorsioni e migliorare la qualità delle immagini astronomiche. In pratica, il laser agisce come una sorta di correzione ottica, rendendo le osservazioni quasi comparabili a quelle effettuate nello spazio.

Un obiettivo altrettanto importante del progetto è rappresentato dal potenziale nell’ambito delle comunicazioni satellitari. Per 15 notti nel mese di settembre, i ricercatori dell’INAF punteranno il laser verso un satellite geostazionario per dimostrare che è possibile scambiare dati a velocità straordinarie utilizzando la luce. Questa tecnologia permetterebbe di eliminare gli ostacoli che al momento rallentano il trasferimento dati, aprendo la strada a un collegamento diretto e senza interferenze con i satelliti. In futuro, potrebbe anche risolvere il problema della copertura cellulare globale, senza la necessità di ricorrere a costose costellazioni di satelliti utilizzanti onde radio.

Questo ambizioso progetto coinvolge diverse istituzioni internazionali, tra cui l’Agenzia Spaziale Europea, lo European Southern Observatory, l’Instituto de Astrofisica de Canarias e l’Università di Durham. A lungo termine, il laser troverà la sua dimora ideale nel deserto di Atacama, in Cile, dove il futuro gigante dell’astronomia, l’Extremely Large Telescope (ELT), con uno specchio principale di 39 metri di diametro, richiederà i migliori sistemi di ottica adattiva disponibili.

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