I robotaxi, le auto senza pilota di aziende come General Motors e Waymo, continuano a causare problemi alle città che li ospitano. A San Francisco, dopo un violento temporale, due robotaxi della Cruise sono passati attraverso numerosi ostacoli, come alberi abbattute e cavi della linea elettrica, finendo perfino per stralciare come se nulla fosse i cordoni di sicurezza apposti dalle forze dell’ordine per delimitare l’area della strada resa pericolosa dalle intemperie.
Uno dei veicoli della Cruise è riuscito ad impigliarsi in uno dei cavi elettrici utilizzati dagli autobus del trasporto pubblico, danneggiandolo. L’agenzia dei trasporti pubblici aveva disattivato l’alimentazione delle linee quando il taxi Cruise le ha colpite e, fortunatamente, nessuno era a bordo delle auto in quel momento e non ci sono state persone ferite.
La pazienza dell’amministrazione comunale è ormai agli sgoccioli. Reuters riposta che i dirigenti del comune sono sempre più preoccupati per l’aumento dei disturbi e degli incidenti causati dalla rapida espansione dei taxi senza conducente delle aziende Cruise e Waymo a San Francisco. Alcuni mesi fa, alcuni dei taxi autonomi della Cruise si sono bloccati improvvisamente nel bel mezzo di una delle strade più trafficate della città, creando un ingorgo.
Il capo dei Vigili del Fuoco di San Francisco, Jeanine Nicholson, ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che qualcosa possa andare gravemente storto. Ma le due aziende non condividono le preoccupazioni degli amministratori pubblici. Cruise e Waymo sostengono che il comune stia distorcendo i dati sulla sicurezza dei loro veicoli. «I nostri veicoli autonomi? Hanno tassi d’incidenti stradali nettamente inferiori alle auto guidate da esseri umani». E non solo: «contribuiscono a migliorare il traffico di San Francisco», sottolinea General Motors, che opera i robotaxi della linea Cruise.
Sarà, sta di fatto che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ha già registrato almeno 44 episodi in cui i taxi a guida autonoma hanno compromesso o rallentato le operazioni di pronto intervento, incombendo su aree delimitate – perché oggetto di incendi ancora attivi -, danneggiando gli idranti o ostacolando i camion dei pompieri in viaggio a sirene spiegate verso la loro destinazione. Un numero che copre solamente il 2023 e che è già il doppio di quanto registrato durante tutto il 2022.