In un approccio di compromesso tra libertà di parole e lotta a disinformazione e hate speech, Twitter ha annunciato di aver ridotto la visibilità di circa 700.000 tweet, rei di aver violato le linee guida del sito. I tweet, dunque, non sono stati rimossi e i loro autori non sono stati sospesi. Semplicemente, il social network li ha nascosti, rendendone la circolazione molto più difficile.

Twitter chiama questo approccio alla moderazione “Freedom of speech, not reach“. Libertà di parola per tutti, certo, ma non libertà di raggiungere un pubblico potenzialmente composto da milioni di persone. Quest’ultima libertà te la devi guadagnare comportandoti decentemente e rispettando le linee guida del sito.

Il social network ha spiegato che in futuro questo provvedimento verrà reso esplicito: i tweet limitati in questo modo verranno accompagnati da un nuovo avviso, a conoscenza dell’autore e del resto degli altri utenti.

L’azienda ha inoltre dichiarato che il provvedimento riduce la visibilità di un post dell’81%, limitando efficacemente la visibilità dei post che potenzialmente mostrano un comportamento odioso. Inoltre, Twitter ha rivelato nell’aggiornamento che più di un terzo degli utenti sceglie di eliminare i tweet etichettati da soli una volta che sono stati informati di aver violato le politiche del sito, e solo il 4% degli autori ha presentato appello contro le etichette.