Il mercato dell’olio extra vergine di oliva nel bacino del Mediterraneo sta subendo un’impennata dei prezzi, raggiungendo i massimi storici. Le quotazioni giornaliere mostrano fluttuazioni significative e dinamiche speculative tipiche dei mercati finanziari. In Italia, il prezzo medio si attesta intorno a 7,9-8 euro al chilogrammo per l’olio extra vergine, con punte oltre gli 8,3 euro al chilogrammo per la migliore qualità. In Spagna, i prezzi sono leggermente inferiori, con un costo medio di 6,9 euro al chilogrammo per l’extra vergine standard e almeno 7,2-7,3 euro al chilogrammo per un extra vergine di buona qualità.
La situazione è più complessa in Grecia, dove le disponibilità sono estremamente ridotte, gli scambi sono limitati e le quotazioni sono in linea con quelle spagnole per la qualità medio-bassa. Le previsioni indicano che i prezzi potrebbero superare i sette euro al chilogrammo. In entrambi i paesi, Italia e Spagna, le vendite sono stagnanti poiché i prezzi non hanno ancora raggiunto il loro picco, previsto per settembre. Tuttavia, si prevede che l’olio extra vergine sia esaurito, mentre la nuova stagione olivicola non soddisferà le aspettative.
Il caldo e la siccità stanno influenzando la produzione in Spagna, con una previsione di circa 800.000 tonnellate per la stagione olivicola, sebbene alcuni siano più realisti e prevedano un valore in linea con l’anno precedente. Anche Tunisia e Turchia prevedono produzioni inferiori, rispettivamente, a 200.000 tonnellate. In Grecia, si prevede una riduzione dopo una stagione da 360.000 tonnellate, con una produzione intorno alle 200.000 tonnellate.
L’Italia sembra essere l’unico paese nel bacino del Mediterraneo a registrare un aumento nella produzione, che dovrebbe superare le 300.000 tonnellate. Tuttavia, la prossima stagione olivicola sarà in linea o leggermente inferiore a quella precedente, ma con un’importante differenza: le giacenze si azzereranno in tutti i paesi produttori del Mediterraneo.
Le giacenze sono già ai minimi in Grecia e in Tunisia, mentre in Spagna, al 31 maggio, erano di 289.000 tonnellate, ma si prevede che raggiungeranno lo zero entro metà ottobre. Anche in Italia, nello stesso periodo, si prevede che le scorte saranno prossime allo zero. A quel punto, la stagione olivicola sarà appena iniziata e l’olio sarà esaurito, con la previsione di ulteriori aumenti di prezzo di 30-50 centesimi.
L’impatto di questi aumenti di prezzo sui consumi non si è ancora manifestato pienamente nei supermercati. I contratti stipulati all’inizio dell’anno impongono soglie di adeguamento prefissate molto inferiori ai rincari del mercato all’ingrosso. Di conseguenza, è ancora possibile trovare oli extra vergini di oliva a 5,99 euro al litro nei negozi, nonostante il prezzo all’ingrosso sia superiore da oltre tre mesi. L’impatto di questi aumenti di prezzo sui consumi sarà evidente solo nella rinegoziazione dei contratti con la grande distribuzione per il 2024, con la consapevolezza che l’anno prossimo non ci sarà abbastanza olio extra vergine di oliva per soddisfare la domanda.