Foxconn ha ritirato la sua partecipazione da una joint venture da 19,5 miliardi di dollari con Vedanta per lo sviluppo di semiconduttori in India. La notizia è stata accolta con sconcerto degli analisti e rappresenta un duro colpo per le ambizioni del governo Modi di promuovere l’India come un polo manifatturiero alternativo alla Cina.
Foxconn non ha fornito una spiegazione dettagliata sulle ragioni che l’hanno spinta ad annullare l’accordo. Vedanta, d’altro canto, ha dichiarato di voler confermare il suo progetto e che cercherà nuovi partner per produrre i semiconduttori in India. “Foxconn ha deciso di non proseguire con la joint venture con Vedanta”, ha dichiarato Foxconn in una nota, senza fornire ulteriori dettagli sulle motivazioni.
Una fonte vicina alle aziende coinvolte cita i ritardi nell’approvazione degli incentivi da parte del governo indiano come ragione principale del passo indietro di Foxconn. L’incidente rappresenta una sfida per l’iniziativa “Make in India” di Modi e solleva dubbi sul coinvolgimento di altre aziende straniere. Il governo indiano ha sostenuto che la decisione di Foxconn non avrà impatto sui piani del paese e ha sottolineato che si tratta di una questione tra due aziende private.
Nei mesi scorsi, Apple e numerose altre aziende hanno delocalizzato parte della produzione dei loro prodotti in India, nel tentativo di diminuire la loro dipendenza dalla Cina.