Questo mondo non mi renderà cattivo, come tutte le opere di Zerocalcare, è qualcosa di molto radicato nella sua accentuata “romanità”: il suo protagonista e autore ha una parlata molto tipica, così come molti dei personaggi a cui gravita attorno la storia. All’epoca di Strappare lungo i bordi si è anche discusso della bizzarra “necessità” di dover guardare la serie coi sottotitoli per chi non dovesse essere avvezzo al dialetto laziale, cosa su cui la nuova serie ironizza più di una volta. Ma vi siete mai chiesti cosa succede all’estero a serie che, come queste, nascono con personaggi caratterizzati anche dal dialetto che parlano, come Gomorra o Il commissario Montalbano? Solitamente, è molto difficile che venga operato un adattamento che recuperi il dialetto, magari traslandolo in qualcosa di simile nella lingua di appartenenza. Si opera dunque un lavoro di traduzione letterale, ma in lingua “nazionale”, cercando di rendere comunque il significato e il tono dell’originale. Come accade, per l’appunto, in questo caso, come possiamo vedere in questo video montaggio ufficiale che ci propone i personaggi parlare in inglese, francese o polacco, lasciando all’interpretazione dei doppiatori il senso dei personaggi.

In Questo mondo non mi renderà cattivo tornano il mondo narrativo, il linguaggio unico e i personaggi storici e inconfondibili dell’universo di Zerocalcare. A Zero, Sara, Secco, l’Armadillo, l’immancabile coscienza di Zero, doppiato anche questa volta dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea, si aggiunge un nuovo personaggio: Cesare, un vecchio amico che torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui, ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.
Questo mondo non mi renderà cattivo racconta la difficoltà di rimanere se stessi, in mezzo alle contraddizioni della vita. Il titolo stesso della serie, che trae ispirazione da un brano di un cantautore romano, rappresenta una sorta di mantra, una frase che sembra aleggiare su tutte le decisioni che i protagonisti si trovano a dover prendere nel corso della storia quasi per auto-convincersi, nei momenti più difficili, quelli in cui diventa più forte il rischio di fare scelte sbagliate e rinnegare i propri ideali pur di togliersi dai guai.

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