Spesso capita che i grandi film nascano anche attraverso una serie di combinazioni, a volte anche fortuite. E così è stato anche per Ghostbusters, che nella sua versione originale avrebbe dovuto avere John Belushi ed Eddie Murphy nel cast, ma che, secondo la visione iniziale  di Dan Aykroyd, doveva essere un film completamente differente.

L’idea iniziale nacque in Dan Aykroyd dal fatto che faceva parte di una famiglia di appassionati del paranormale, al punto che il nonno fu uno spiritista. Ma nella famiglia ebbe anche un parente ingegnere che cercò di pensare ad un modo per creare contatti tra scienza e paranormale. Aykroyd, dal canto suo, pensò ad una storia che parlasse di fantasmi da intrappolare.

Ma, se questa idea coincide con il prodotto finale sui Ghostbusters, non è altrettanto per quanto riguarda la sceneggiatura iniziale che Aykroyd presentò a Ivan Reitman.

Si trattava di una storia molto ambiziosa- ha dichiarato il regista prima della sua scomparsa- era ambientata nel futuro, e si svolgeva su più pianeti. C’era molta azione e poco lavoro sui personaggi. Alla decima pagina ero esausto, ed alla cinquantesima mi ero reso conto che se ne sarebbero andati centinaia di milioni di dollari.

La storia centrale ruotava attorno all’apertura  di un’altra dimensione, con il mondo inondato da orde di fantasmi e con più squadre di acchiappafantasmi coinvolti.  Inoltre, la Ecto-1 era dipinta di nero e poteva “smaterializzarsi”.

E poi ancora, i fantasmi venivano tenuti all’interno di una stazione di servizio del New Jersey che alla fine sarebbe esplosa e avrebbe creato una gigantesca voragine. Gozer era presente nello script, ma aveva assunto vari tipi di aspetti, tra cui quello di un anziano.  La storia si concludeva con i protagonisti trasportati in un’altra dimensione.

Alla fine, a far quadrare l’imponente sceneggiatura, arrivò Harold Ramis, che rese la storia più a dimensione di budget, portando la spesa complessiva del film a 25 milioni di dollari.