I crediti di sostenibilità stanno diventando sempre più diffusi come strumento per ridurre l’impatto ambientale delle aziende. Tuttavia, l’approccio attuale solleva preoccupazioni per i Paesi più poveri. Secondo l’accordo Kunming-Montreal firmato a margine della Cop15 sulla biodiversità, le aziende potranno ottenere crediti di sostenibilità in cambio di progetti che tutelino la biodiversità. Questo nuovo mercato, che prende spunto dal mercato volontario dei crediti di carbonio, si concentra sulla biodiversità come driver di mercato.
Il modello inglese dei crediti di biodiversità prevede l’implementazione del Biodiversity Net Gain (BNG), un approccio che mira a lasciare l’ambiente naturale in uno stato migliore rispetto a prima. Secondo questa legge, i nuovi progetti di sviluppo che richiedono un permesso di pianificazione dovranno garantire il 100% di compensazione dell’impatto e aumentare il valore della biodiversità del sito di almeno il 10%. L’habitat colpito all’interno del confine dovrà essere sostituito con un habitat equivalente o migliorato. Inoltre, è possibile compensare l’impatto scegliendo un luogo qualsiasi, anche al di fuori del sito, purché si fornisca un servizio ecosistemico di valore monetario equivalente.
I crediti di biodiversità attribuiscono un valore monetario ai progetti che proteggono dagli eventi climatici estremi, sequestrano CO2, purificano l’aria e l’acqua e conservano la flora e la fauna. Questi crediti possono essere acquistati da enti o imprese interessate a compensare o ridurre il loro impatto ambientale. Tuttavia, ci sono preoccupazioni che questo sistema possa essere svantaggioso per i Paesi più poveri.
I Paesi più poveri hanno espresso la loro rabbia riguardo a questo sistema, definendolo una frode. Si teme che i Paesi più ricchi possano compensare altrove il loro impatto ambientale, preferibilmente in Paesi più poveri dove il terreno è economico, senza affrontare realmente le cause del loro impatto distruttivo sull’ambiente. Ci sono preoccupazioni che i progetti di compensazione possano ridursi a piccole azioni di ripristino degli habitat per specie o piante specifiche.
Nonostante le preoccupazioni, sembra che il mercato dei crediti di biodiversità sia destinato a crescere e diventare operativo in futuro, proprio come è avvenuto per il mercato volontario di carbonio. Sarà fondamentale affrontare le preoccupazioni legate all’equità e assicurare che i Paesi poveri non siano sfruttati in questo processo.