The Witcher 3: la recensione della parte 1 della serie Netflix

L’attesa per The Witcher 3 è davvero tanta, forse probabilmente troppa alla luce dei primi 5 episodi. La serie tv fantasy di punta del catalogo di Netflix arriva alla sua terza stagione con un carico di aspettative e nostalgia davvero notevole sulle spalle: da un lato, le prime due stagioni hanno appassionato sempre più fan al franchise; dall’altro sappiamo bene che questa sarà l’ultima stagione con protagonista Henry Cavill nei panni di Geralt di Rivia. Forse i veri motivi per cui Cavill ha lasciato il progetto risiedono nel fatto che la serie lo stava pian piano deludendo?

I primi 5 episodi di The Witcher 3 non sono all’altezza dei precedenti, né per storia né tantomeno per sviluppo dei personaggi che restano bloccati a come li avevamo lasciati. Tra tutte la nuova stagione di The Witcher è la più comica e non in senso positivo. I personaggi chiariscono le loro divergenze solo off camera e mancano i momenti tanto attesi dai fan della seconda stagione. Il finale non è stato studiato per dividere la stagione in due, c’è un cliffhanger ma non è quello pronosticato. Con tanta amarezza, e chi scrive è fan della saga letteraria e seriale, speriamo che lo show negli ultimi tre episodi riesca a risollevarsi e a regalarci un finale epico per Henry Cavill. Nonostante queste premesse, all’interno dei nuovi capitoli non tutto è da buttare. Ecco la nostra recensione di The Witcher 3.

Ovviamente The Witcher 3 può essere visionata soltanto da chi ha già visto le stagioni precedenti, entrambe disponibili già su Netflix. La violenza e le scene per adulti sono presenti anche in questa nuova stagione, forse in misura minore rispetto alle due già passate. Vi consigliamo, prima di iniziare la nuova stagione di The Witcher, di ripassare la storia delle stagioni precedenti mediante il riassunto disponibile sul canale YouTube di Netflix Italia. Fidatevi sarà molto importante ricordare gli schieramenti e i volti dei personaggi secondari per evitare di perdere il filo della storia. 

The Witcher 3: tanta carne a fuoco e poca sostanza

Forse in parte la colpa per il mancato gradimento della terza stagione di The Witcher, anzi per essere più precisi della prima parte della terza stagione dato che gli ultimi tre episodi li vedremo soltanto il 27 luglio, è da attribuire a chi scrive. Da grande appassionata della saga letteraria e della serie tv Netflix  si attendeva una stagione che fosse in grado di replicare lo splendore delle avventure pregresse, aggiungendo anche ulteriore carne al fuoco. Di carne in The Wicther 3 ce n’è davvero tanta ma la cottura non è stata delle migliori. 

La cosa fondamentale da sapere nell’approcciarsi a The Witcher 3 è che il ripasso degli schieramenti politici del Continente è fondamentale. Se nelle prime due stagioni sapevamo che l’universo della serie tv era politicamente diviso ed in guerra per il domino del Continente, in The Witcher 3 la politica prende il sopravvento su ogni cosa e la guerra è davvero alle porte. Occorre anche rammentare che dalla prima alla terza stagione, complici anche i vari stati temporali dei primi capitoli di The Witcher 1 e la scelta di impostare la narrazione in maniera non lineare, sono passati diversi anni. Peccato che da The Witcher 2 ai nuovissimi episodi di The Witcher 3 il tempo intercorso sia praticamente zero ma i personaggi non lo dimostrano.

Affrontiamo i problemi con calma e cerchiamo di analizzare le problematiche di una stagione che ha ancora tutto il tempo di risollevare le sue sorti.

Le relazioni tra i personaggi evolvono ma manca qualcosa e la famiglia di The Witcher non risplende come avrebbe potuto

In primis va sottolineato come in The Witcher 3 le relazioni tra i personaggi non tengano tanto conto del tempo trascorso, o meglio lo fanno ma in maniera molto frammentaria. Il primissimo capitolo di The Witcher 3 si apre mostrandoci Geralt, Ciri e Yennefer in fuga da coloro che cercano disperatamente la principessa.

Il trio è costretto a cambiare frequentemente casa per poter evitare di essere braccato. Nel mentre le lezioni di magia di Ciri proseguono ma senza dare grandi frutti. La ragazzina ha grandissimo potenziale, e lo abbiamo visto nelle stagioni precedenti, ma non riesce ad applicarsi come dovrebbe. Il vero pericolo sembra la sua unica miccia. Se il rapporto tra Geralt e Ciri è già solido e consolidato, in The Witcher 3 si sviluppa meglio la relazione tra Yennefer e Ciri, peccato che comprendiamo che le due si sono avvicinate solo tramite i loro dialoghi. Sono pochissime le scene in cui avvertiamo il sentimento di amore tipico della relazione madre-figlia che lega le due protagoniste della serie. Tutto avviene off screen e nei vari momenti che la serie sceglie volutamente di non mostrare. Sicuramente la magia, le lezioni e un passato di sofferenze hanno legato davvero tanto le due giovani. The Witcher 3 è quindi la stagione che consacra Yennefer come madre putativa di Ciri. Nella strega cresce un sentimento e una consapevolezza che tanto desiderava ma temeva irraggiungibile.

La famiglia composta dai nostri amati protagonisti si forma, forse però in maniera troppo poco mostrata e tanto data per scontato. Sappiamo che era invitabile che i tre si scegliessero come parte di una famiglia, sia per la forza del destino che per il potere dei sentimenti che li hanno da sempre uniti. Nonostante questo la scrittura della terza stagione sceglie di essere superficiale in quanto a dialoghi e confronti. Manca, infatti, il tanto atteso confronto tra Yennefer e Geralt. I due, come avete notato anche dal trailer, si rappacificano e si scelgono definitivamente e pubblicamente, peccato che il momento di dialogo più atteso venga mostrato solo da lontano e mendante gli occhi di Ciri.

Non sappiamo quindi cosa si sono detti e forse non lo sapremo mai. Un vero peccato. L’affetto e la passione che lega i due è evidente fin dalla primissima stagione, in The Wicther 3 si consolida e stabilisce definitivamente la loro situazione amorosa. Il problema sta nel come è stata scritta questa evoluzione: in maniera sicuramente troppo repentina e poco vista sullo schermo. Lo spettatore non ha il giusto tempo per elaborare e sognare di vedere assieme i due personaggi. Geralt e Yennefer comunicano per i primi tre episodi solo tramite lettere, romantico si ma anche frustante nel momento in cui allo spettatore viene privata la possibilità di assistere alla loro definitiva rappacificazione. Fortunatamente alla coppia è dedicato il quinto ed ultimo capitolo della prima parte di The Witcher 3. 

La politica è il punto focale di The Witcher 3

Se non amate le serie tv tanto dedicate ad intrighi politici, parti in causa che si fanno la guerra di nascosto, misteri e traditori da svelare, forse non apprezzerete più di tanto The Witcher 3. Nella nuova stagione dello show tutte le parti in causa nella guerra che sta colpendo il Continente hanno un nome ed una faccia. Per tale motivo vi ricordo ancora una volta che guardare il riassunto delle stagioni precedenti sarà fondamentale. 

Dopo lo spin-off di The Witcher, Blood Origin, mini serie che non è piaciuta praticamente a nessuno ed ha deluso enormemente i fan della saga, conosciamo meglio le origini del Continente e della congiunzione delle sfere. Ora sappiamo i motivi che si celano dietro la rivendicazione degli Elfi e comprendiamo i dissapori tra i vari popoli. Questa conoscenza di base è molto importante per poter seguire al meglio il mistero che aleggia durante i primi capitoli di The Witcher 3 e che concerne il destino di Ciri. La piccola principessa rappresenta un valore prezioso per tutte le parti in causa nella guerra e per un misterioso mago che a quanto pare dalla prima stagione si nasconde dietro il mago ribelle con il potere del fuoco, Rience. 

I regnati del Nord, che fino a prima di The Wicther 3, erano più che altro nomi senza volto ed avevano davvero una scarsa importanza nello show, acquisiscono uno spessore ed una rilevanza politica e strategica. Per molti versi sono il riferimento comico della serie assieme a Ranuncolo, per altri la loro storyline è davvero poco interessante. Speriamo che ciò che è stato raccontato acquisisca rilevanza nei prossimi tre capitoli della serie. Da come si conclude il quinto episodio di The Wicther 3 possiamo sperare che il tempo utilizzato per caratterizzare come macchiette folli i regnanti del Nord e le persone al loro servizio sia servito a qualcosa. 

La Fiamma Bianca conferma di voler dominare il mondo, conosciuto e non. Peccato che il cliffhanger del finale della stagione precedente resti senza impatto nei nuovi capitoli di The Witcher. Il padre di Ciri è il leader del movimento che sta sterminando il Continente ma non sappiamo come sia arrivato a Nilfgaard né in nome di quale credo agisca come sta agendo da tre stagioni. Inoltre, solo noi conosciamo la vera identità della Fiamma Bianca ma non Ciri né i suoi famigliari acquisiti. Al momento non sembra che la terza stagione dello show voglia far incontrare Ciri ed il padre biologico, almeno non per quello che la storia sta raccontando ora. 

Gli Elfi giocano un ruolo davvero marginale nelle dinamiche della guerra, essendo sempre più indeboliti dalle intemperie, dalla fame e dalle divisioni interne. Ciri è la loro speranza di salvezza ma con la forza non riusciranno mai a portarla dalla loro parte. 

A tutto ciò si aggiunge la fazione magica della Congregazione, probabilmente la fazione più potente e l’unica in grado di cambiare davvero le sorti della guerra. I maghi e le streghe del Continente purtroppo non sono le persone più oneste e fedeli dell’universo di The Witcher e in questo senso la terza stagione ci insegna molto. La volontà di supremazia e di controllo è predominante nei maghi e lo dimostrano in più circostanze. Sono potenti e non temono di mostrarlo. Se Kaer Morhen era casa per Ciri, un luogo in cui non apparteneva per diritto di nascita o per ragioni biologiche ma per scelta, Aretuza le sarà ostile e nemica fin dal principio.

Come avrete intuito il tempo che The Witcher 3 dedica ai suoi protagonisti è davvero poco. Ma questa scelta è davvero un male e basta, oppure è una conseguenza del proseguire della storia? Inevitabilmente man a mano che le stagioni proseguono i personaggi principali hanno di conseguenza meno bisogno di essere esplorati e meglio rappresentati per poter conquistare lo spettatore, questo consente agli showrunner di dedicarsi alla trama pura e cruda ed alle vicende secondarie. Il problema sorge quando le deviazioni dalla vita dei protagonisti sono troppo consistenti e quando si manifesta un netto stacco rispetto alle stagioni precedenti. Questo è The Wicther 3: una stagione che sceglie, anche per esigenze di prosecuzione della trama generale, di raccontare vicende, personaggi e situazioni diverse a cui lo spettatore non era abituato, tralasciando purtroppo i tre protagonisti. Forse in The Witcher 3 la storia cambia anche troppo spesso location e punto di vista per poter risultare unitaria ed infatti finisce per essere frammentata, confusa ed a tratti superficiale.

Il quinto episodio è l’unico ad essere pienamente interessante e completo dall’inizio alla fine. Non è perfetto, anzi, forse è persino troppo ripetitivo ed esplicativo ma dal punto di vista anche solo narrativo risulta intrigante e coinvolgente. Gli effetti speciali di The Witcher 3 si confermano sugli standard delle stagioni precedenti: imprecisi e grossolani. Sempre belle e dinamiche sono le scene d’azione. Henry Cavill, anche se non pienamente sfruttato in The Witcher 3, sappiamo che mancherà a tutti nella quarta stagione dello show. 

Allo stato attuale questa è la recensione dei primi cinque capitoli di The Witcher 3, non si tratta quindi di una recensione completata della serie dato che gli ultimi 3 capitoli arriveranno su Netflix solo il 27 luglio. Speriamo che i restanti episodi diano il giusto spazio ai nostri amati protagonisti, risollevino le sorti della stagione e regalino a Henry Cavill il giusto finale. Noi incrociamo le dita e non vediamo l’ora di scoprirlo. 

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65
The Witcher 3
Recensione di Chiara Giovannini

I primi 5 episodi di The Witcher 3 deludono per la storia e lo sviluppo dei personaggi, ma ci sono ancora elementi interessanti nei nuovi capitoli. I personaggi chiariscono le loro divergenze solo off camera, e il finale non sembra essere stato studiato per dividere la stagione in due.

ME GUSTA
  • The Witcher funziona sempre quando vengono raccontate le avventure di Geralt
  • Henry Cavill è il perfetto Geralt di Rivia
  • La famiglia di The Witcher, anche se formata rapidamente, conquista lo spettatore
FAIL
  • Tanto spazio alla politica e poco allo sviluppo dei personaggi
  • Le scene di confronto tra i personaggi avvengono off screen
  • Una stagione più lenta e meno avvincente delle precedenti
  • I cliffhanger ci sono ma non sono impattanti come dovrebbero
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