Gli oranghi (Pongo pygmaeus, Linnaeus, 1760), gli affascinanti primati che abitano le foreste di Borneo e Sumatra, nascondono un incredibile talento: sono in grado di produrre due suoni distinti simultaneamente, proprio come gli uccelli canori o i beatboxer umani. Uno studio condotto dall’Università di Warwick ha osservato attentamente queste creature per un totale di 3800 ore e ha scoperto che entrambe le popolazioni di oranghi utilizzano questa straordinaria capacità vocale. Il dottor Adriano Lameira, uno dei ricercatori, spiega che gli esseri umani utilizzano diverse parti della bocca e della gola per emettere suoni diversi, come le consonanti e le vocali. Ebbene, possono fare entrambe le cose contemporaneamente. Per esempio, i possenti oranghi maschi di Borneo possono emettere suoni chiamati “chomps” in combinazione con “grumles” (brontolii) durante le situazioni di combattimento. Le femmine di oranghi di Sumatra, invece, producono un dolce “schiocco di bacio” insieme a “richiami” per avvertire gli altri di possibili minacce da parte dei predatori.

L’armonia ancestrale, tra musica e linguaggio, degli oranghi e gli indizi sulla nostra evoluzione

Questi non sono semplici suoni casuali, ma sono prodotti simultaneamente e rappresentano un fenomeno biologico unico nel suo genere. La ricercatrice Madeleine Hardus spiega che gli esseri umani raramente producono suoni con e senza voce contemporaneamente, ad eccezione del beatboxing, una forma artistica che imita i complessi ritmi della musica hip hop. Ma cosa ci insegna tutto ciò? Secondo gli studiosi, queste scoperte sollevano importanti domande sull’origine di questa abilità e sull’evoluzione dei nostri antenati comuni. Le capacità vocali delle grandi scimmie selvatiche sono state spesso trascurate rispetto agli studi sugli uccelli. Il dottor Lameira sottolinea che il canto degli uccelli non ha somiglianze anatomiche con il linguaggio umano parlato; quindi, è difficile fare collegamenti diretti tra i due. Tuttavia, la produzione di due suoni simultanei negli oranghi assomiglia al nostro modo di parlare e comunicare. Questa nuova ricerca offre quindi una prospettiva affascinante sulle capacità vocali dei nostri antenati e sull’evoluzione del linguaggio umano. Secondo il dottor Lameira, è possibile che il primo prototipo di linguaggio umano somigliasse a qualcosa di più simile al beatboxing, prima che si sviluppasse la struttura consonante-vocale che conosciamo oggi.