In risposta al tentato colpo di Stato, poi cancellato, organizzato dal gruppo di mercenari del gruppo Wagner, i fornitori di servizi internet avevano bloccato l’accesso a Google News, su ordine del Cremlino. Almeno cinque compagnie di telecomunicazioni russe hanno bloccato l’accesso all’aggregatore di notizie di Google. Tra venerdì e sabato, le forze del gruppo Wagner hanno attraversato il confine dall’Ucraina, occupando alcune città russe, tra cui Rostov.
Il leader del gruppo paramilitare, Yevgeny Prigozhin, aveva annunciato l’intenzione di marciare fino a Mosca, capitale della federazione russa, per poi occupare il ministero della difesa, forse con l’intenzione di imporre al governo di rimpiazzare i vertici dello Stato maggiore, dopo i numerosi fallimenti ottenuti in Ucraina. Il piano è stato cancellato, grazie alla mediazione tra Wagner e Cremlino svolta dal Presidente della Bielorussia, Aljaksandr Lukashenko.
Inizialmente Putin aveva promesso conseguenze estremamente severe per chiunque si fosse unito agli sforzi del gruppo Wagner per destabilizzare la Russia, tuttavia, in seguito all’accordo raggiunto grazie alle mediazione bielorussa, il Cremlino ha successivamente concesso un’amnistia a tutti i mercenari e allo stesso Prigozhin.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, molte aziende tecnologiche occidentali sono state bloccate o hanno lasciato il paese. La filiale russa di Google è stata costretta a dichiarare bancarotta. La maggior parte dei brand occidentali, coreani e giapponesi hanno interrotto l’esportazione dei loro prodotti di prodotti in Russia, che tuttavia in alcuni casi rimangono disponibili grazie al cosiddetto mercato grigio.