Virus sinciziale nei bambini: necessarie nuove strategie secondo gli esperti

Esperti in neonatologia e pediatria sostengono la necessità di adottare nuove strategie per la prevenzione del virus sinciziale (Rsv) nei bambini, includendo anche gli anticorpi monoclonali preventivi. Il Rsv è la principale causa di infezioni respiratorie pediatriche a livello mondiale e la seconda causa di morte nel primo anno di vita, superata solo dalla malaria. Ogni anno, il virus provoca circa 3,6 milioni di ospedalizzazioni e la morte di 100.000 bambini sotto i 5 anni.

La maggior parte dei casi si verifica nel primo anno di vita, con quasi il 100% dei bambini che si contagiano almeno una volta entro il secondo anno. Questo espone i bambini al rischio di sviluppare gravi infezioni come la bronchiolite, che richiede cure ambulatoriali o ospedaliere e può causare conseguenze a medio e lungo termine. In Italia, si stima che ogni anno oltre 80.000 bambini nel primo anno di vita vengano visitati in ambulatorio a causa dell’infezione da Rsv, mentre circa 15.000 necessitano di ricovero ospedaliero.

Neonatologi e pediatri sottolineano l’importanza di superare il concetto di prevenzione basata solo sulla vaccinazione e di includere gli anticorpi monoclonali preventivi nelle strategie nazionali di prevenzione, come raccomandato anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

Durante un evento promosso presso la Camera dei Deputati, è emersa la necessità di affrontare la strategia di prevenzione dell’Rsv in Italia, alla luce dell’introduzione degli anticorpi monoclonali preventivi per l’immunizzazione passiva nel primo anno di vita. Gli esperti presenti hanno evidenziato l’importanza di un cambio di approccio nella prevenzione del virus, basato sulle nuove evidenze clinico-epidemiologiche ed economico-sanitarie disponibili.

Le società scientifiche, rappresentate dalla Società italiana di pediatria (SIP) e dalla Società italiana di neonatologia (SIN), hanno presentato le loro posizioni sul tema, auspicando l’inclusione degli anticorpi monoclonali preventivi nelle strategie di prevenzione nazionali.

È stato anche presentato un expert opinion che ha delineato un percorso di prevenzione per i bambini durante la loro prima stagione di Rsv, coinvolgendo sia l’ambiente ospedaliero che il territorio. È stato evidenziato che la maggior parte dei bambini ospedalizzati per Rsv è composta da neonati sani a termine, che attualmente non rientrano nella strategia di profilassi.

Gli esperti hanno evidenziato i benefici di una strategia di prevenzione estesa a tutti i neonati e bambini, che includa gli anticorpi monoclonali, riducendo significativamente gli eventi sanitari correlati all’Rsv e le morti causate dal virus. Questo approccio avrebbe anche un impatto economico positivo, con una riduzione dei costi sanitari.

L’OMS e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) hanno raccomandato l’ampliamento del concetto di immunizzazione per includere soluzioni preventive come gli anticorpi monoclonali. Alcuni paesi europei, come la Francia e la Spagna, stanno implementando una strategia di immunizzazione che include gli anticorpi monoclonali nel calendario vaccinale per proteggere tutti i bambini durante la loro prima stagione di Rsv.

Gli esperti sperano che il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale in discussione in Italia stimoli un approccio più efficace e includa l’uso degli anticorpi monoclonali come misura di prevenzione universale. L’obiettivo finale è garantire la protezione della salute di tutti i bambini, soprattutto nei confronti di malattie come il virus sinciziale.

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