Gli insetti ematofagi, come le zanzare, hanno sviluppato resistenza agli insetticidi repellenti, portando a un aumento dei casi di malaria. Tuttavia, uno studio condotto in Italia potrebbe rappresentare una svolta significativa per renderle meno pericolose per gli esseri umani, attraverso lo studio del loro accoppiamento. Osservando da vicino questa fase cruciale, potrebbe essere possibile apportare modifiche genetiche alle zanzare, rendendole sterili o incapaci di trasmettere il parassita della malaria.
Lo studio, intitolato “Characterization of lab-based swarms of Anopheles gambiae mosquitoes using 3D-video tracking”, è stato condotto dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con la Sapienza di Roma e il CNR (Istituto dei sistemi complessi). L’obiettivo principale è stato comprendere il comportamento di accoppiamento delle femmine di Anopheles gambiae, che sono i vettori responsabili della trasmissione del parassita della malaria, una malattia che causa centinaia di migliaia di morti ogni anno. L’approccio utilizzato è stato basato sul gene drive, che prevede la modifica genetica per ridurre la popolazione di zanzare.
Le tecniche attualmente impiegate per contrastare la malaria si basano principalmente sul principio che meno zanzare ci sono, meno casi di trasmissione e meno morti. Tuttavia, l’uso di zanzariere trattate con insetticidi e altri rimedi tradizionali si è rivelato insufficiente a causa dello sviluppo di resistenza da parte delle zanzare. Pertanto, è diventato urgente adottare altre strategie, tra cui l’intervento sulle modificazioni genetiche.
La professoressa Roberta Spaccapelo dell’Università di Perugia spiega che per valutare l’efficacia di queste innovative tecniche, è fondamentale comprendere in modo approfondito il meccanismo dell’accoppiamento delle zanzare. Le femmine entrano negli sciami di maschi e scelgono con quale accoppiarsi? Quali sono le caratteristiche che rendono alcuni maschi più attrattivi di altri? Queste sono solo alcune delle domande che gli studiosi cercano di rispondere.
Lo studio ha implicato la riproduzione di sciami di Anopheles in un ambiente controllato di laboratorio. Utilizzando un sistema stereometrico di telecamere, è stato possibile registrare le traiettorie di ogni zanzara all’interno del gruppo in uno spazio tridimensionale. I risultati hanno dimostrato che gli sciami ricreati in laboratorio presentano caratteristiche compatibili con quelli osservati nell’ambiente naturale. Inoltre, è stata osservata e documentata la competizione tra i maschi per accoppiarsi con le stesse femmine.
Questo studio rappresenta un importante primo passo verso la comprensione della dinamica di accoppiamento delle zanzare e costituisce un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale. Potrebbe aprire la strada a nuove tecnologie per ridurre la popolazione di zanzare che rappresentano una minaccia per la salute umana.