Non tutti ritengono che il sesso biologico assegnato loro alla nascita rispecchi quello che si sentono in realtà. Alcuni si identificano come femmine anche se sono nati maschi e viceversa. Altri sentono di essere nel mezzo o forse un po’ di entrambi. Ciò che è interessante sapere è che, l’infuocato dibattito sull’identità di genere, non si accende solo casa nostra, tra DDL Zan e opinioni della destra più conservatrice.  In un recente articolo di opinione pubblicato sul quotidiano scandinavo VG, una rappresentante parlamentare norvegese del Partito di Centro, Jenny Klinge, ha criticato l’insegnamento del genere ai bambini nelle scuole. “Non c’è bisogno di fare confusione: Noi esseri umani abbiamo due sessi, maschi e femmine, così come i polli diventano galli o galline“, ha scritto.

Siamo sicuri che gli animali siano un esempio giusto?

Come spesso accade, è comune prendere esempi dalla natura e dagli animali per sostenere le proprie opinioni, ma bisogna fare attenzione a trarre conclusioni affrettate. Il mondo naturale è incredibilmente vario e ricco di esempi di variazioni nell’identità di genere, che non possono essere ridotti a una semplice dicotomia. Questa non è la sede per analizzare gli studi delle identità di genere o il dibattito culturale. Ci occupiamo di scienza e, per questo motivo, mentre il dibattito sulle identità di genere è in corso, ne approfittiamo per scoprire qualcosa in più a livello biologico.

In natura, sono documentati numerosi esempi di animali che cambiano il proprio sesso o che esibiscono comportamenti sessuali non conformi alla tradizionale dicotomia maschio/femmina. Esplorare queste variazioni di identità di genere nel regno animale può fornire una prospettiva interessante sulla diversità biologica e sottolineare la complessità delle identità di genere. Queste osservazioni non possono essere direttamente traslate nell’esperienza umana. Quindi, possiamo approfondire la nostra comprensione delle variazioni biologiche osservate in natura, riconoscendo al contempo la complessità e l’unicità dell’identità di genere umana, che va oltre le semplici categorie binarie.

Un medico risponde alla politica

Il medico Kaveh Rashidi ha reagito su Twitter. “Jenny Klinge, del Partito di Centro, vuole guardare al regno animale per trovare risposte sul sesso e sul genere. Possiamo farlo perché nel regno animale è comune che gli individui cambino sesso o nascano senza e lo sviluppino più tardi in età adulta“, scrive Rashidi. Effettivamente, Kaveh Rashidi ha ragione. Ma come funziona esattamente il sesso biologico nel regno animale e come viene definito in natura?

Gli ermafroditi in simultanea

In natura esistono animali che cambiano sesso o sono di entrambi i sessi. Queste creature sono considerate ermafrodite simultanee, il che significa che possiedono entrambi gli organi riproduttivi maschili e femminili nello stesso individuo.

Nei lombrichi, ad esempio, ogni individuo ha sia gli organi maschili che quelli femminili. Durante l’accoppiamento, due lombrichi si avvolgono a vicenda, scambiano sperma e si fecondano reciprocamente. Questo processo di accoppiamento reciproco consente loro di riprodursi senza la necessità di un partner di sesso opposto. Nelle lumache, il sistema riproduttivo è un po’ più complesso. Possono essere ermafrodite simultanee o ermafrodite sequenziali. Le lumache ermafrodite simultanee hanno sia gli organi riproduttivi maschili che quelli femminili funzionanti contemporaneamente. In alcuni casi, possono anche autofecondarsi, ovvero fecondare le proprie uova senza la necessità di un partner esterno.

D’altra parte, le lumache ermafrodite sequenziali, come ad esempio la lumaca terrestre, nascono con un solo sesso funzionante (solitamente maschile) e successivamente sviluppano gli organi riproduttivi dell’altro sesso (solitamente femminile). Questo permette loro di cambiare sesso durante la loro vita, consentendo la possibilità di accoppiarsi con altri individui della stessa specie. È importante notare che, anche se lombrichi e lumache possono presentare queste caratteristiche sessuali particolari, ci sono molte altre specie nel regno animale con modalità riproduttive e organizzazione sessuale altrettanto complesse e diverse.

Cambi di sesso spontanei, al bisogno

Esiste un buon numero di animali che cambiano sesso a seconda di fattori esterni. Questo passaggio può avvenire: in maniera spontanea per le peculiarità della specie, per cause esterne o in maniera voluta. Tra l’altro, la diversità delle strategie riproduttive nel mondo animale è un’interessante area di studio che continua a essere esplorata dai ricercatori. A differenza dell’ermafroditismo istantaneo, in cui un individuo presenta contemporaneamente caratteristiche sessuali maschili e femminili, in queste specie si osserva un cambiamento nel corso del tempo, solitamente quando l’individuo raggiunge una certa età. Questo fenomeno è noto come ermafroditismo sequenziale e può essere classificato in diverse categorie.

Il primo tipo è il protandrico, in cui un individuo inizia la sua vita sessuale come maschio e poi transita alla fase femminile. Al contrario, nel protoginico, l’individuo inizia come femmina e successivamente diventa maschio.Infine, c’è il tipo alternante, in cui gli individui di una specie cambiano sesso più di una volta durante il loro ciclo vitale. Un esempio di ermafrodita protoginico sono i pesci del genere Anthias. Esistono anche altri pesci che mostrano questa capacità di cambiare sesso, come il pesce pappagallo, il pesce napoleone e la cernia (nascono femmine e, dopo alcuni anni, diventano maschi a tutti gli effetti.

Tale cambiamento avviene in genere, di conseguenza, all’aumento delle dimensioni dell’animale che fino ai 5-6 anni pesa 3-5 kg ed è ancora di sesso femminile. Superati i 10 anni, si trovano solo esemplari maschi di taglia ragguardevole, nei quali la funzionalità degli organi maschili è ormai quella predominante e durevole per il resto della loro vita, che può arrivare anche a mezzo secolo), solo per citarne alcuni. Nei molluschi bivalvi, come le ostriche, è molto comune la condizione protandrica, in cui gli individui iniziano come maschi e successivamente diventano femmine.

Il cambio sesso per fattori esterni

Va sottolineato che in alcune specie, il processo di cambiamento di sesso può essere innescato da fattori esterni, come l’inquinamento delle acque da sostanze chimiche o addirittura da ormoni. Inoltre, in alcune specie di anellidi e anfibi, è stata osservata un’interessante relazione tra la temperatura esterna e il determinarsi del sesso.

Assenza di cromosomi sessuali o organi sessuali

Si potrebbe pensare che il genere nel regno animale possa essere diviso in base alla presenza di organi sessuali esterni o interni. Ma non è così. Ci sono molte specie che non hanno il pene. Gli uccelli, per esempio, non hanno organi genitali esterni, ma solo un orifizio usato per la riproduzione e gli escrementi, la cloaca. Inoltre, non è detto che le femmine abbiano sempre due cromosomi sessuali identici, XX, e i maschi due diversi, XY. Tuttavia, questo è il caso più frequente nei mammiferi. Lo stesso sistema è presente anche in molti insetti e in alcune piante. Negli uccelli, invece, avviene il contrario. Qui le femmine hanno due cromosomi sessuali diversi. Sono chiamati ZW. I maschi hanno ZZ. Nelle tartarughe e in altri rettili, non sono i cromosomi sessuali a dare il via allo sviluppo del sesso, ma la temperatura di incubazione dell’uovo. In questo caso, un fattore ambientale avvia una cascata epigenetica che porta allo sviluppo maschile o femminile.

Ad esempio, nelle Tartarughe marine (genere Chelonia) la temperatura di incubazione delle uova influenza il sesso dei piccoli. Temperature più basse durante l’incubazione tendono a produrre più maschi, mentre temperature più elevate favoriscono lo sviluppo di femmine. Nelle Lucertole (genere Lacerta), alcune specie di lucertole, come la lucertola comune (Lacerta vivipara), mostrano un sistema di determinazione del sesso dipendente dalla temperatura. Ad alte temperature, vengono prodotti esclusivamente individui femminili, mentre a temperature più basse si sviluppano individui maschili. Nei Tritoni (genere Pleurodeles) i mostrano una relazione tra la temperatura e il sesso. In particolare, il tritone palmato (Pleurodeles waltl) ha dimorfismo sessuale dipendente dalla temperatura. Temperature più basse portano alla produzione di maschi, mentre temperature più elevate favoriscono lo sviluppo di femmine.  I molluschi Vermetidi mostrano una correlazione tra la temperatura e il sesso. Le larve di vermetide esposte a temperature elevate sviluppano in maggioranza individui maschili, mentre a temperature più basse si sviluppano femmine.

Riprodursi senza sesso

Riproduzione sessuale significa che il materiale genetico di due individui si mescola per creare una nuova vita. Ma non è sempre così. In natura esiste un certo numero di organismi che possono riprodursi senza sesso, la cosiddetta riproduzione asessuata, che coinvolge la produzione di discendenti senza il coinvolgimento di gameti o fecondazione È molto comune nei batteri che si riproducono, o meglio, che replicano loro stessi attraverso la divisione binaria.

Intersessuale

In rari casi gli esseri umani possono nascere con parti di entrambi i genitali, ma non con due genitali completamente funzionanti contemporaneamente. Alcuni gruppi di animali, invece, sono ermafroditi, cioè hanno organi di riproduzione sessuale sia maschili che femminili. La maggior parte delle piante ha due sessi. Questo vale anche per il 5% degli animali.

Femmine dominanti che diventano maschi

Un’altra variante è rappresentata dalle specie che possono avere entrambi i sessi durante la vita, ma non contemporaneamente. Quando raggiungono una certa età o dimensione, gli organi di un sesso si rigenerano e si sviluppa l’altro. Talvolta l’ambiguità sessuale arriva al punto che gli organi sessuali, maschili e femminili, si sviluppano e regrediscono più volte alternativamente, come avviene, per esempio, nelle ostriche. Questo fenomeno è noto come “protandria inversa” o “ermafroditismo protoginico”.  A volte però i gameti maschili e femminili non maturano contemporaneamente, così che l’individuo ermafrodita deve ricorrere alla fecondazione incrociata con un altro individuo portante organi del sesso opposto. In sostanza, si comporta da maschio quando sono maturi gli spermatozoi e da femmina quando maturano le uova. L’accentuazione del fenomeno porta all’inversione sessuale, per cui un individuo di un dato sesso, ad un certo momento della sua vita, si trasforma acquistando i caratteri e le capacità funzionali proprie dell’altro sesso.

I pesci

Tale condizione si riscontra in molte specie di pesci, i quali conducono una parte dell’esistenza da maschi ed un’altra da femmine e in alcuni il periodo maschile e femminile può alternarsi più volte. La condizione ermafrodita si è evoluta in un momento successivo alla differenziazione sessuale, probabilmente per garantire la possibilità di riproduzione anche in casi in cui le possibilità di incontro tra individui di sesso opposto sono limitate. L’orata (sparus aurata) nasce maschio e rimane tale fino ai 2 anni; poi diventa femmina, cambiando sesso senza che niente esternamente riveli la trasformazione avvenuta.

Lo stesso avviene nei Serranidi e negli Sparidi, mentre in altri pesci marini – come il pagello, le menole, gli zerri e i Labridi in genere – succede l’inverso: sono femmine fino a 10-12 cm di lunghezza e maschi a partire dai 15 cm. Nel pesce donzella (coris julis) gli esemplari giovani (12-14 cm di lunghezza) sono femmine e mostrano la cosiddetta livrea primaria; in seguito, intorno ai 4-6 anni, si ha un aumento della taglia (fino ai 20-25 cm) e le femmine si trasformano in maschi, modificando anche la loro colorazione in una livrea secondaria.  Un esempio ben noto è quello dei gamberi. Iniziano la loro vita come maschi e diventano femmine più avanti nella vita. Nei Labridi, la maggior parte dei maschi sono ex-femmine che, ad un’età variabile fra i 7 e i 13 anni, invertono la fase sessuale trasformandosi in maschi e tali rimangono per il resto della vita, che può durare fino a circa 20 anni.

Il pesce ghiozzo, invece, vive in gruppi formati da un maschio e da un harem di femmine, le quali ad un certo punto avrebbero la naturale tendenza a cambiare sesso, che viene però soppressa dal predominio aggressivo esercitato dal maschio.
Quando esso muore, immediatamente una delle femmine (in genere la dominante) cambia sesso trasformandosi nel nuovo maschio alfa

Maschi che assomigliano alle femmine

Nel regno animale, esistono casi in cui alcuni maschi possono assomigliare alle femmine in termini di aspetto e comportamento. Questo fenomeno può essere spiegato da diversi fattori evolutivi e adattativi che influenzano la strategia riproduttiva degli individui. Alcuni dei motivi sono il camuffamento o il mimetismo: alcuni maschi adottano un aspetto simile alle femmine per mimetizzarsi o camuffarsi tra di loro. Ciò può consentire di evitare la competizione con altri maschi dominanti o di accedere alle risorse di cui hanno bisogno senza suscitare l’attenzione dei rivali. Oppure l’accoppiamento mimetico: in alcune specie, i maschi che assomigliano alle femmine possono ingannare i maschi dominanti o territoriali, riuscendo così ad accoppiarsi con le femmine senza subire aggressioni o rifiuti. È una strategia che viene usata anche come strumento di sopraffazione: alcuni maschi che assomigliano alle femmine possono utilizzare questa strategia per avvicinarsi alle femmine senza destare sospetti o resistenze. Una volta vicini, possono cogliere l’opportunità per accoppiarsi con successo.

Uccelli

I maschi uccello combattente (Calidris pugnax), durante il periodo di maturità sessuale e riproduttivo, mostrano un caratteristico ventaglio intorno al capo e una cresta sulla sommità della testa. Ma non per tutti è così. Ci sono alcuni maschi che hanno semplicemente l’aspetto di una femmina e che ottengono l’accesso alla zona di riproduzione e alle femmine facendo sesso con i grandi maschi dominanti.

Nel falco di palude, il 40% dei maschi ha lo stesso piumaggio delle femmine. Secondo uno studio pubblicato su LiveScience, questi maschi sono anche meno aggressivi degli altri ed evitano il conflitto. Questo può dare loro maggiori possibilità di avvicinarsi alle femmine.

Anche gli animali possono avere un’identità di genere diversa?

È quindi ipotizzabile che esistano anche animali che si sentono del sesso opposto? E’ possibile che in natura esistano animali che manifestano comportamenti o caratteristiche che potrebbero essere indicativi di un’identità di genere non conformante agli stereotipi tradizionali. Gli animali, come gli esseri umani, possono presentare una varietà di espressioni sessuali e comportamenti che non si limitano ai ruoli di genere stereotipati. È noto l’esempio di una grande femmina di scimpanzé che presentava caratteristiche fisiche e comportamentali che potrebbero essere considerate più mascoline, che era di dimensioni maggiori rispetto ad una femmina media. Alcuni scienziati ritengono che fosse anche attratta dalle femmine.

Sebbene non sia possibile determinare con certezza se l’animale si identificasse come maschio, le osservazioni degli scienziati potrebbero suggerire che l’individuo avesse preferenze sessuali o caratteristiche simili a quelle dei maschi. Questi tipi di comportamenti sono stati documentati in diverse specie animali e forniscono ulteriori prove dell’esistenza di una diversità di identità e comportamenti di genere nel regno animale.

La comprensione dell’identità di genere negli animali è un campo di studio in evoluzione e molto complesso

È importante notare che la comprensione dell’identità di genere negli animali è ancora un campo di studio in evoluzione e ci sono dibattiti e ricerche in corso per approfondire la questione. Gli animali non hanno la capacità di comunicare in modo verbale come gli esseri umani; quindi, gli scienziati devono fare affidamento su osservazioni comportamentali, caratteristiche fisiche e analisi genetiche per trarre conclusioni sulla diversità di identità di genere negli animali.

Sicuramente, una cosa sensata da fare è quella di applicare concetti umani di genere direttamente agli animali, poiché le loro esperienze e percezioni possono essere diverse dalle nostre. L’identità di genere e l’espressione sessuale negli animali possono essere influenzate da fattori biologici, ambientali e sociali complessi che richiedono ulteriori studi e approfondimenti. Gran parte di ciò che pensiamo quando si tratta di sesso biologico, identità e ruoli di genere sono strutture sociali e non hanno necessariamente una controparte rilevante negli animali.  Forse ci sono anche animali che nascono nel corpo sbagliato. Ma è difficile scoprirlo.