Malattie genetiche: creati embrioni umani sintetici per fini di studio

La creazione di embrioni umani sintetici per lo studio delle malattie genetiche è stata annunciata da Magdalena Żernicka-Goetz, una scienziata dell’Università di Cambridge e del California Institute of Technology. Questo lavoro solleva tuttavia seri problemi etici e legali.

Gli embrioni sintetici umani sono stati creati utilizzando cellule staminali anziché ovuli e spermatozoi. Lo scopo di questa ricerca è quello di ottenere un modello simile agli embrioni umani nelle prime fasi dello sviluppo, al fine di studiare le malattie genetiche e le cause biologiche degli aborti ricorrenti.

Tuttavia, il lavoro di Żernicka-Goetz solleva preoccupazioni etiche e legali. Gli embrioni sviluppati non possiedono un cuore pulsante o un cervello, ma includono le cellule che normalmente formerebbero la placenta, il sacco vitellino e l’embrione stesso. Al momento, non è previsto l’utilizzo di embrioni sintetici a fini clinici nel breve termine. È illegale impiantarli nell’utero di un paziente e non è ancora chiaro se queste strutture possano continuare a svilupparsi oltre le prime fasi di sviluppo.

Nonostante i potenziali benefici per la comprensione delle malattie genetiche, l’uso di embrioni sintetici umani solleva importanti questioni etiche, come l’inizio della vita umana e il loro status giuridico. La creazione e l’utilizzo di embrioni sintetici sollevano dibattiti sulla manipolazione genetica e sulla possibilità di aprire la porta alla selezione e modifica degli embrioni per caratteristiche non solo terapeutiche.

È necessario un approccio equilibrato che tenga conto delle implicazioni etiche e legali, al fine di garantire che questa ricerca avvenga nel rispetto dei principi fondamentali e dei diritti delle persone coinvolte. Mentre gli studi scientifici possono portare a importanti scoperte e avanzamenti, è fondamentale considerare attentamente i rischi e le responsabilità associate a queste nuove frontiere della ricerca biomedica.

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