Ogni anno spendiamo miliardi di euro in cure per essere sicuri di rimanere in vita. Ma alcune persone compiono 100 anni vivendo in aree remote e lontane dalle cure più avanzate. Perché? I ricercatori del Novo Nordisk Foundation Center for Protein Research dell’Università di Copenhagen hanno cercato di trovare la risposta studiando 176 centenari giapponesi scoprendo che la combinazione di batteri intestinali e virus batterici di queste persone è piuttosto unica.
“Siamo sempre desiderosi di scoprire perché alcune persone vivono estremamente a lungo. Ricerche precedenti hanno dimostrato che i batteri intestinali degli anziani giapponesi producono molecole nuove di zecca che li rendono resistenti ai microrganismi patogeni, cioè promotori di malattie. E se il loro intestino è più protetto dalle infezioni, allora questo è probabilmente uno degli elementi che li fa vivere più a lungo degli altri“, spiega il postdoc Joachim Johansen, primo autore del nuovo studio.
Non solo merito dei batteri ma anche dei virus
Il nuovo studio dimostra, tra l’altro, che specifici virus presenti nell’intestino possono avere un effetto benefico sulla flora intestinale e quindi sulla nostra salute. “Il nostro intestino contiene miliardi di virus che vivono all’interno dei batteri e non si curano delle cellule umane, ma infettano le cellule batteriche. E dato che nel nostro intestino ci sono centinaia di tipi diversi di batteri, ci sono anche molti virus batterici“, afferma il professore Simon Rasmussen, autore del nuovo studio.
Oltre ai nuovi e importanti virus batterici protettivi, i ricercatori hanno anche scoperto che la flora intestinale dei centenari giapponesi è estremamente interessante. “Abbiamo trovato una grande diversità biologica sia nei batteri che nei virus batterici dei centenari. Un’elevata diversità microbica è solitamente associata a un microbioma intestinale sano. E ci aspettiamo che le persone con un microbioma intestinale sano siano più protette dalle malattie legate all’invecchiamento“, afferma Johansen.
Le dinamiche della flora intestinale
Utilizzando un algoritmo progettato da loro, i ricercatori sono riusciti a mappare i batteri intestinali e i virus dei centenari. “Vogliamo capire le dinamiche della flora intestinale. Come interagiscono i diversi tipi di batteri e virus? Come possiamo progettare un microbioma che ci aiuti a vivere sani e a lungo? Alcuni batteri sono migliori di altri? Utilizzando l’algoritmo, siamo in grado di descrivere l’equilibrio tra virus e batteri“, spiega Simon Rasmussen. Se i ricercatori riusciranno a capire il legame tra virus e batteri nei centenari giapponesi, forse saranno in grado di stabilire l’equilibrio ottimale tra i due. In particolare, le nuove conoscenze sui batteri intestinali possono aiutano a comprendere come ottimizzare i batteri presenti nel corpo umano per proteggerlo dalle malattie.
“Abbiamo imparato che se un virus fa visita a un batterio, può effettivamente rafforzarlo. I virus che abbiamo trovato nei centenari giapponesi sani contenevano geni extra in grado di potenziare i batteri. Abbiamo scoperto che erano in grado di stimolare la trasformazione di specifiche molecole nell’intestino, che potrebbero servire a stabilizzare la flora intestinale e a contrastare l’infiammazione“, afferma Joachim Johansen e aggiunge Simon Rasmussen: “Se si scoprono batteri e virus che hanno un effetto positivo sulla flora intestinale umana, il passo successivo più ovvio è scoprire se solo alcuni o tutta la popolazione ne è provvista. ” La cosa molto interessante, affermano i ricercatori, è che si potrebbe modificare la composizione dei batteri intestinali. “Non possiamo cambiare i geni, almeno per molto tempo ancora. Se sappiamo perché i virus e i batteri intestinali sono una buona combinazione, sarà molto più facile per noi cambiare qualcosa che influisce effettivamente sulla nostra salute“, afferma Simon Rasmussen.