Lies of P, il promettente soulslike ispirato alla favola di Pinocchio, farà il suo debutto su PC e console il prossimo 19 settembre. Per ingannare l’attesa, Neowiz Games ha pensato bene di permettere agli utenti di avere finalmente un assaggio delle potenzialità dell’esperienza pubblicando a sorpresa una demo del gioco.

La versione di prova include i primi due capitoli di Lies of P e offre la possibilità di esplorare liberamente la zona principale, l’Hotel Krat e la zona esterna, e di dare uno sguardo più approfondito alle meccaniche e al sistema di combattimento. Abbiamo provato per oltre 3 ore la demo di Lies of P e possiamo già dirvi che le nostre impressioni superano ogni più rosea aspettativa. Vi raccontiamo com’è andata.

C’era una volta…un pezzo di legno

La premessa narrativa di Lies of P è ambiziosa quanto affascinante: il gioco è ambientato a Krat, una città tetra e decadente che a causa di un morbo non specificato è ora invasa da automi assassini. Nei panni di P, un giovane burattino, dovremo ritrovare Mr. Geppetto e scoprire il segreto che si cela dietro questa misteriosa invasione di creature meccaniche.

Oltre ad essere disseminata di riferimenti, citazioni e personaggi iconici del racconto di Carlo Collodi, Lies of P includerà anche l’inaspettata possibilità di mentire o di dire la verità in determinate situazioni. Una scelta che porterà a delle conseguenze ben precise all’interno del racconto e che immaginiamo possano avere un ruolo tangibile all’interno della storia e nelle quest secondarie. Una meccanica estremamente affascinante che, ovviamente, apre le porte alla possibile presenza di una narrativa molto più profonda e strutturata rispetto a quanto ci saremmo mai aspettati. 

Se sul fronte narrativo le domande restano ancora tante, sul piano ludico l’opera di Neowiz ha messo in mostra già tutta una serie di certezze e di elementi che vanno a caratterizzare un gameplay che appare sì sin da subito molto derivativo, ma già solido e ben bilanciato. Sin dal suo annuncio, infatti, Lies P è stato più volte accostato a Bloodborne per le evidenti somiglianze sul piano ludico e stilistico: in verità, però, bisogna comunque sottolineare sin da principio che il gioco pesca a piene mani da tutta la tradizione From Software. 

Molte meccaniche fondamentali sono mutuate dal combat system di Bloodborne, ma non solo.

Molte meccaniche fondamentali sono mutuate dal combat system di Bloodborne, ma non solo. Torna ad esempio la possibilità di aggirare facilmente i nemici più propria dei primi Dark Souls, come quella di effettuare il classico backstab anche durante lo scontro e di recuperare i danni temporanei subiti continuando ad attaccare (altro elemento già visto in Bloodborne). Di base, il feeling resta molto simile a quello dell’avventura del Cacciatore, per dinamismo d’azione, ma con la presenza di tutta una serie di elementi inediti ed innesti interessanti.

Ad esempio, il giovane P può parare i colpi solo se effettua una parata perfetta, altrimenti subirà comunque dei piccoli danni in grado di metterlo in difficoltà durante gli scontri. Si potrà, inoltre, portare l’avversario ad una fase di stordimento attaccando ripetutamente il nemico. In quel caso, la sua barra dei punti vita brillerà di bianco, lasciandoci la possibilità di effettuare un colpo pesante capace di sbilanciarlo. A quel punto, potremo eseguire una poderoso attacco aggiuntivo. Una meccanica molto utile da sfoderare soprattutto contro gli avversari più potenti dotati di tanti HP e di una maggiore resistenza.

La vera novità di Lies of P, però, restano le Fable Arts, ossia una serie di attacchi speciali che potremo effettuare con la nostra arma principale o con il braccio meccanico, a patto di aver riempito una barra blu posizionata subito sotto gli indicatori dell’energia e della stamina. Questa barra è suddivisa in 3 parti che si ricaricano attaccando e con la potenza dei colpi che dipende dal numero di spazi riempiti. 

Siamo comunque abbastanza certi di aver semplicemente scalfito la superficie delle possibilità offerte dal combat system di Lies of P e molto probabilmente avanzando nell’avventura avremo modo di scoprire di più sui potenziamenti, sulle skill da sfruttare e sul fronte della personalizzazione. Pensate che nel gioco, potremo scegliere non solo scegliere tra tre differenti stili di combattimento e sfruttare armi diverse con anche la possibilità di fondere impugnature e lame in varie combinazioni , permettendovi di scegliere l’approccio e lo stile che più si adatta alle vostre esigenze. 

Per il resto, anche in Lies of P avremo ovviamente la possibilità di accumulare dei punti esperienza progredendo nell’avventura. Questi ultimi, chiamati Ergo, si ottengono sconfiggendo i nemici e sono utili per incrementare le capacità del giovane P scegliendo tra i parametri di Vitalità, Vigore, Forza Motrice, Tecnica e quant’altro.

Ovviamente, in caso di sconfitta, tutti i punti Ergo accumulati restano sul luogo  e sarà necessario tornare a recuperarli per non perdere i progressi ottenuti.Rispetto agli altri Souls però, da questo punto di vista, l’avventura ci è parsa più permissiva in quanto i punti lasciati sul luogo della dipartita non verranno persi in caso di una seconda sconfitta ed ,inoltre, anche quando ci si imbatte in una boss fight, i punti restano fuori dall’arena del boss permettendo al giocatore di recuperarli più facilmente.

Soddisfacente, infine, anche il livello di sfida che si attesta su livelli abbastanza elevati, ma mai proibitivi. L’ultimo boss con cui abbiamo avuto a che fare ci ha messo in difficoltà poiché provvisto di pattern non facilmente prevedibili e che richiedevano comunque una conoscenza avanzata delle manovre difensive messe a disposizione dal sistema di combattimento. 

Nel paese dei balocchi

Anche sul fronte artistico, inoltre, l’opera di Neowiz mostra tutta una serie di somiglianze con Bloodborne. La città immaginaria di Krat appare sin da subito come una sorta di Yharnam rivisitata dai tratti più freddi e molto più vicina sotto tutti i punti vista all’immaginario steampunk con automi abbandonati tra le strade, ingranaggi arrugginiti e marionette fuori controllo.

Anche da questo punto di vista, però, Lies of P cerca comunque di mantenere una propria unicità con la sua Belle Époque re-immaginata in chiave dark e capace di reintegrare elementi tipici della narrativa favolistica.

Anche da questo punto di vista, però, Lies of P cerca comunque di mantenere una propria unicità con la sua Belle Époque re-immaginata in chiave dark e capace di reintegrare elementi tipici della narrativa favolistica. Un aspetto decisamente affascinante che rende la produzione di Neowiz molto più solida e ispirata sul fronte della direzione artistica rispetto a tutti i più recenti emuli dei Souls. 

In conclusione, Lies of P ci ha lasciato addosso un mix di sensazioni più che positive. Lontano dall’essere una mera reskin di Bloodbone, la nuova creatura di Neowiz Games pesca sì a piene mani dalla tradizione di FromSoftware, ma lo fa cercando di comunicare una propria identità sia sul fronte stilistico che sul piano prettamente ludico. Certo, non manca qualche ingenuità di fondo, come un IA non sempre brillante e alcune soluzioni piuttosto artificiose, ma nel complesso non possiamo non ammettere che l’opera di Neowiz abbia tutte le carte in regola per risplendere tra gli esponenti del genere grazie alla presenza di un gameplay solido e di una direzione artistica di enorme fascino. Se queste sono le premesse, prepariamoci a mettere le mani su un soulslike di ottima fattura.