Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha condotto uno studio che sostiene la sostituzione dei prati all’inglese con prati irregolari al fine di preservare la biodiversità e ridurre le emissioni di anidride carbonica. I ricercatori hanno deciso di lasciare crescere liberamente il manto erboso dei giardini del College, che veniva curato con estrema precisione sin dal 1772. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Ecological Solutions and Evidence“.
Durante il periodo di crescita incontrollata, la biomassa degli invertebrati presenti tra le piante è aumentata di 25 volte rispetto alla situazione precedente. Inoltre, grazie alla capacità del prato irregolare di trattenere il carbonio, si stima che siano state risparmiate 1,36 tonnellate di emissioni di CO2 in un anno. Questo risparmio equivale al carbonio emesso da un viaggio aereo di andata e ritorno tra Londra e New York.
La sostituzione dei prati all’inglese con prati irregolari rappresenta quindi una strategia efficace per favorire la biodiversità e ridurre le emissioni di anidride carbonica. Questo approccio si basa sulla comprensione che l’ecosistema di un prato irregolare fornisce un habitat più favorevole per gli invertebrati, contribuendo così alla conservazione della diversità biologica. Inoltre, il prato irregolare ha dimostrato di essere un efficace sistema di trattenimento del carbonio, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Questo studio sottolinea l’importanza di ripensare le pratiche di cura dei giardini e delle aree verdi, incoraggiando la transizione verso prati più naturali e irregolari. Non solo si potrebbe preservare la biodiversità, ma si potrebbe anche contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico, riducendo le emissioni di anidride carbonica. Questi risultati forniscono una base solida per promuovere politiche e pratiche sostenibili nell’ambito della gestione degli spazi verdi, contribuendo a un futuro più ecologicamente consapevole.