Recentemente Elon Musk aveva affermato che il business pubblicitario di Twitter sta risalendo. “Quasi tutti gli inserzionisti sono tornati”, ha dichiarato, aggiungendo che l’azienda di social media potrebbe presto diventare redditizia. Un’inchiesta del NY Times racconta una storia molto diversa.

Secondo una presentazione interna ottenuta dal New York Times, i ricavi pubblicitari di Twitter negli Stati Uniti ottenuti dal 1 aprile alla prima settimana di maggio si sono fermati a quota 88 milioni di dollari. Cioè un crollo verticale del 59% rispetto ai dati registrati nello stesso periodo del 2022, quando Musk non era ancora il CEO del social network. Secondo la presentazione ottenuta dal prestigioso quotidiano americano, Twitter avrebbe sempre fallito i suoi obiettivi, ottenendo entrate pubblicitarie puntualmente inferiori rispetto alle proiezioni. In alcuni casi Twitter ha ottenuto entrate inferiori del 30% rispetto a quanto immaginato dai suoi analisti.

Secondo i documenti e sette dipendenti attuali e passati di Twitter intervistati dal Times, è improbabile che questa situazione sia destinata a cambiare molto presto. Il team di vendita pubblicitaria di Twitter teme che gli inserzionisti più importanti vedano ormai Twitter come una piattaforma poco sicura, dove il cosiddetto hate speech (ovvero i contenuti razzisti, transomofobici e misogni) sta proliferando e le pubblicità di contenuti borderline, come gioco d’azzardo, cannabis e pornografia, è diventata sempre più frequente.