Un nuovo farmaco potrebbe offrire speranza alle persone affette dalla malattia di Alzheimer. Donanemab, un anticorpo monoclonale sviluppato da Eli Lilly che mira alle placche amiloidi, ha mostrato risultati promettenti in uno studio di fase 3 chiamato Trailblazer-Alz 2.

Lo studio è stato condotto su 1.182 pazienti di età compresa tra i 60 e gli 85 anni con decadimento cognitivo lieve e livelli intermedi di proteina tau nel cervello, un biomarcatore della progressione della malattia di Alzheimer. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi, uno ha ricevuto donanemab e l’altro il placebo.

I risultati hanno dimostrato che il gruppo trattato con donanemab ha sperimentato un rallentamento del declino cognitivo del 35% secondo l’Integrated Alzheimer’s Disease Rating Scale e del 36% nel Clinical Dementia Rating Sum of Boxes. Inoltre, il 47% dei pazienti trattati con donanemab non ha mostrato alcuna diminuzione nel Clinical Dementia Rating Sum of Boxes dopo un anno rispetto al 29% dei pazienti trattati con placebo.

Il farmaco ha anche ridotto significativamente le placche amiloidi nel cervello, con il 34% dei partecipanti che ha raggiunto la clearance dell’amiloide dopo sei mesi e il 71% dopo un anno di trattamento. Tuttavia, l’uso di donanemab è stato associato ad effetti collaterali, tra cui gonfiore temporaneo in una o più aree del cervello e microemorragie o siderosi superficiale. Sono stati segnalati anche eventi avversi gravi che hanno portato al decesso di tre pazienti. È importante notare che la maggior parte degli effetti avversi è stata lieve o moderata.

I risultati completi dello studio saranno presentati al congresso internazionale dell’Alzheimer’s Association nel luglio 2023 e successivamente pubblicati su una rivista scientifica sottoposta a peer review. Oltre allo studio Trailblazer-Alz 2, ci sono altri studi in corso per testare donanemab in diverse fasi della malattia di Alzheimer, compresa la prevenzione della malattia sintomatica e la limitazione degli effetti collaterali attraverso nuove sequenze di imaging e biomarcatori nel sangue.

Questi risultati promettenti rappresentano un importante passo avanti nella ricerca di nuove terapie per il trattamento della malattia di Alzheimer e offrono speranza per migliorare la qualità di vita delle persone affette da questa malattia neurodegenerativa.