La glutammina è stata oggetto di studi per valutarne l’efficacia nel trattamento di ustioni gravi. Sebbene siano emersi risultati contrastanti riguardo ai benefici e ai rischi dell’integrazione di questo aminoacido, si ritiene che possa avere effetti positivi sulla risposta metabolica e lo stress associato a lesioni gravi.
Un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha cercato di fornire maggiori informazioni sull’efficacia della glutammina in pazienti con ustioni profonde. Lo studio, condotto in maniera randomizzata, controllata con placebo e in doppio cieco, ha coinvolto pazienti con ustioni di secondo o terzo grado che interessavano dal 10% al 20% della superficie corporea totale, a seconda dell’età.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: uno che ha ricevuto 0,5 g di glutammina per chilo di peso per via enterale e uno che ha assunto il placebo. La somministrazione è avvenuta ogni quattro ore tramite un tubo di alimentazione o tre o quattro volte al giorno per bocca per un massimo di sette giorni dopo l’ultima procedura di innesto cutaneo o fino a tre mesi dopo il ricovero.
L’obiettivo principale dello studio era valutare il tempo di dimissione in vita dall’ospedale. I risultati hanno mostrato che non vi erano differenze significative tra i due gruppi in termini di tempo di dimissione (40 giorni nel gruppo glutammina e 38 giorni nel gruppo placebo). Anche la mortalità a sei mesi era simile nei due gruppi. Il riscontro negativo nell’efficacia della glutammina nel ridurre il tempo di dimissione e migliorare altri parametri ha portato a concludere che la supplementazione di questo aminoacido non comporta benefici significativi nei pazienti con ustioni gravi. Nonostante le speranze iniziali riguardo all’uso della glutammina, ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere appieno il suo ruolo nel trattamento di ustioni gravi e determinare se ci siano sottogruppi di pazienti che possano trarre vantaggio da questa integrazione.