Kepler, il celebre telescopio spaziale della NASA, ha dimostrato di essere stato operativo fino all’ultimo giorno di attività, nonostante sia andato in “pensione” nell’ottobre 2018. I dati raccolti da Kepler confermano il suo impegno e la sua efficacia nella missione di individuare esopianeti simili alla Terra. Recentemente, l’ultima campagna di ricerca ha portato alla scoperta di tre nuovi mondi extrasolari, come riportato nell’articolo intitolato “Kepler’s last planet discoveries: two new planets and one single-transit candidate from K2 campaign 19”, appena pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Questa ricerca è stata coordinata dal Dipartimento di Astronomia dell’Università del Wisconsin-Madison, coinvolgendo anche cittadini-scienziati.
Nella sua prima fase di missione, Kepler ha analizzato più di 150.000 stelle in una porzione del cielo nelle costellazioni del Cigno e della Lira, utilizzando il metodo del transito per individuare potenziali esopianeti. Nel 2014, il telescopio ha riscontrato problemi meccanici che hanno richiesto una temporanea sospensione delle sue attività. Tuttavia, grazie all’intervento dei tecnici della NASA, Kepler è stato riparato e ha continuato la sua missione con alcune modifiche, rinominata K2. Durante questa fase, il campo visivo del telescopio è stato cambiato ogni tre mesi, con ogni periodo di attività chiamato “campagna”. Complessivamente, Kepler ha esaminato oltre 500.000 stelle e al termine della sua missione poteva vantare la conferma di oltre 2.600 esopianeti.
Nell’ultima campagna, la numero 19, Kepler ha iniziato a manifestare nuovi problemi che hanno compromesso la sua capacità di mantenere una posizione stabile per le osservazioni. Nonostante ciò, sono stati ottenuti dati di alta qualità per sette giorni su un mese di lavoro. Gli astronomi hanno ritenuto che questi dati meritassero ulteriori approfondimenti e hanno coinvolto i cittadini-scienziati del progetto Visual Survey Group per supportare le analisi.
La ricerca ha dato risultati positivi: sono emersi tre candidati esopianeti, ognuno dei quali orbita attorno a una diversa stella. Successivamente, gli astronomi hanno condotto ulteriori verifiche, utilizzando anche dati di bassa qualità, riuscendo a confermare la natura planetaria di due dei tre candidati grazie alle tracce di transito individuate. Il terzo corpo celeste rimane in attesa di conferma.
I tre nuovi mondi sono stati designati con codici alfanumerici: K2-416 b, K2-417 b ed Epic 246251988 b. Le loro dimensioni si collocano tra quelle della Terra e Nettuno, e orbitano molto vicino alle rispettive stelle. Uno di essi, K2-417 b, ha mostrato ulteriori transiti che sono stati osservati dal satellite Tess della NASA, creando una sorta di “passaggio di testimone” tra i due telescopi nello studio degli esopianeti.