I bradipi sono animali affascinanti molto, molto, simpatici. Questo lo sappiamo tutti, ma la scoperta è che anche loro, famosi per la loro proverbiale lentezza, hanno sviluppato strategie uniche per sopravvivere alle variazioni dell’ambiente circostante. Uno studio condotto nelle foreste pluviali del Costa Rica ha permesso ai ricercatori di esaminare i modelli di attività e gli adattamenti comportamentali di due specie di bradipi: il bradipo pigmeo a tre dita e il bradipo a due dita (Bradypus variegatus e Choloepus hoffmanni) La dottoressa Rebecca Cliffe, fondatrice e direttrice esecutiva della Sloth Conservation Foundation, insieme ai suoi colleghi, ha affrontato la sfida di studiare questi animali sfuggenti utilizzando microregistratori. Questi dispositivi hanno permesso di monitorare il comportamento dei bradipi per lunghi periodi di tempo, dai giorni alle settimane. Grazie a questa tecnologia, i ricercatori hanno potuto esplorare come le fluttuazioni ambientali influenzino l’attività dei bradipi e come questa sia correlata al loro stile di vita a basso consumo energetico.

Lo studio

I risultati di questo studio, pubblicati su PeerJ Life & Environment, hanno rivelato che entrambe le specie di bradipi mostrano un modello di attività catemerale. La catemeralità, talvolta chiamata metaturnalità, è un modello di attività dell’organismo che prevede intervalli irregolari durante il giorno o la notte in cui si acquisisce il cibo, si socializza con altri organismi e si intraprende qualsiasi altra attività necessaria per il sostentamento. Questa attività si differenzia dal modello generalmente monofasico (dormire una volta al giorno) delle specie notturne e diurne, in quanto è polifasica (dormire 4-6 volte al giorno) ed è approssimativamente distribuita in modo uniforme durante il ciclo di 24 ore.
Ciò significa che hanno periodi di attività irregolari e variabili durante le 24 ore del giorno. Questo comportamento consente loro di sfruttare le condizioni ambientali favorevoli e di minimizzare il rischio di predazione. Una delle scoperte più interessanti è stata la notevole variabilità nei livelli di attività sia tra gli individui che all’interno della stessa specie. Questa flessibilità suggerisce che i bradipi hanno sviluppato diverse strategie per adattarsi all’ambiente circostante, aumentando così le loro possibilità di sopravvivenza di fronte alle fluttuazioni ambientali. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la temperatura giornaliera non ha avuto un impatto significativo sull’attività dei bradipi. Tuttavia, i bradipi a tre dita hanno mostrato una maggiore attività notturna durante le notti più fredde. Questo suggerisce una potenziale correlazione tra le variazioni di temperatura e il comportamento di questi animali.  Cliffe, capo del progetto di ricerca, ha sottolineato l’importanza di questi risultati per la conservazione e la comprensione dell’effetto delle attività umane e dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi tropicali dell’America Centrale e del Sud. Con la crescente vulnerabilità di questi ecosistemi, è fondamentale comprendere l’ecologia comportamentale dei bradipi selvatici al fine di sviluppare strategie di conservazione efficaci. La natura elusiva dei bradipi ha reso tradizionalmente difficile lo studio a lungo termine di questi animali. Tuttavia, l’utilizzo di microregistratori ha consentito di ottenere informazioni senza precedenti sui loro modelli comportamentali e adattamenti.  I risultati di questo studio non solo contribuiscono alla nostra comprensione dell’ecologia dei bradipi, ma mettono anche in luce l’importanza di preservare e proteggere le foreste pluviali tropicali e i loro abitanti unici. Con i cambiamenti climatici e le attività umane che continuano ad influenzare questi delicati ecosistemi, le conoscenze acquisite da questa e altre ricerche saranno fondamentali per lo sviluppo di strategie volte a salvaguardare la biodiversità e promuovere pratiche sostenibili.