La seconda riunione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-2) per lo sviluppo del Trattato globale per la plastica ha preso il via oggi a Parigi. L’inquinamento da plastica rappresenta un problema globale che causa gravi danni all’ambiente e alla salute umana, richiedendo un’azione globale per affrontarlo. Governi, imprese, scienziati, accademici, attivisti e rappresentanti delle ONG e dei giovani provenienti da tutto il mondo parteciperanno all’incontro con l’obiettivo di porre fine all’inquinamento da plastica a livello mondiale. Questo è il secondo di cinque incontri negoziali programmati che si terranno nei prossimi due anni.
Il WWF sta facendo appello ai governi affinché sostengano divieti globali e l’eliminazione graduale dei prodotti in plastica monouso ad “alto rischio e non necessari”, come posate di plastica, sigarette elettroniche e microplastiche nei cosmetici. Chiede inoltre controlli più rigorosi per la gestione della fine vita dei prodotti in plastica, promuovendo il riutilizzo, la raccolta e il riciclo. Il nuovo Trattato offre un’opportunità unica per affrontare l’inquinamento da plastica in modo efficace e corretto. L’incontro a Parigi rappresenta l’ultima occasione per i paesi di unirsi per formalizzare un obiettivo e una visione comuni, codificati in un Trattato globale ambizioso e di grande impatto, prima della pubblicazione della bozza iniziale entro la fine dell’anno.
Secondo il WWF, un Trattato solido, ambizioso ed efficace deve essere costruito sull’inclusività e la trasparenza, coinvolgendo una vasta gamma di stakeholder, dai governi alle imprese e alla società civile. Deve includere regole specifiche e legalmente vincolanti che coprano tutte le fasi del ciclo di vita della plastica. Tra le priorità, il Trattato dovrebbe affrontare i problemi legati a tutti i prodotti in plastica ad “alto rischio” come oggetti monouso, attrezzature da pesca abbandonate (“ghost gear”) e microplastiche, che rappresentano una minaccia per la salute delle specie marine e dell’essere umano.
Il WWF chiede di vietare immediatamente la produzione e la vendita dei prodotti in plastica ad alto rischio per i quali esistono già alternative valide anche dal punto di vista economico. Per i prodotti in cui alternative praticabili su larga scala non sono ancora disponibili, si propone un periodo di eliminazione graduale entro il 2035, per consentire ai governi e alle imprese di adottare nuove misure come modelli di riutilizzo. Per i prodotti non eliminabili, il trattato dovrebbe introdurre misure di controllo per prevenire l’inquinamento, promuovere la circolarità e garantirne una corretta gestione.
Il WWF sottolinea che molti paesi stanno già intraprendendo azioni concrete per ridurre l’uso e la dispersione di plastica nell’ambiente, ad esempio vietando articoli monouso e microplastiche nei cosmetici. Tuttavia, ritiene che sia necessario un approccio coordinato basato su regole globali concordate per fare una differenza su larga scala, coinvolgendo tutti i paesi e le aziende. L’anno è il 2023, e non c’è motivo di mantenere in circolazione a livello globale prodotti in plastica monouso dannosi e inutili, quando si conoscono gli impatti ambientali che causano, inquinando fiumi, oceani e la catena alimentare umana.
Soluzioni più sostenibili sono disponibili grazie alla conoscenza e alla ricerca nel settore, ma sono necessarie regolamentazioni e incentivi per sostenere questa transizione, stimolare l’innovazione e promuovere la circular economy. Dopo un inizio promettente con la prima riunione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione dello scorso anno, i negoziatori devono ora arricchire i dettagli del testo del Trattato per affrontare in modo efficace ed equo il problema dell’inquinamento da plastica.