I ricercatori hanno pubblicato oggi su Nature un articolo risponde ad una domanda una domanda affascinante della biologia evolutiva: da dove provengono i nostri arti? Questa questione ha alimentato un acceso dibattito per oltre un secolo, ma finalmente gli scienziati stanno facendo progressi significativi nel comprendere le origini dei nostri arti. Nel 1878, lo scienziato tedesco Carl Gegenbaur propose che le pinne appaiate si originassero da una struttura chiamata arco branchiale, che si trova nei pesci per sostenere le branchie. Altri scienziati, invece, sostenevano che le pinne laterali superiori e inferiori dei pesci fossero la fonte d’origine delle pinne appaiate. Queste teorie contrastanti hanno alimentato un lungo dibattito scientifico.

Cosa c’entriamo noi con le pinne dei pesci?

Noi, come esseri umani, non abbiamo le pinne. Tuttavia, lo studio sull’origine delle pinne nei pesci ha implicazioni significative per la comprensione dell’evoluzione degli arti umani. Capire finalmente da dove derivano, morfologicamente ed evolutivamente parlando, le pinne nei pesci può fornire indizi preziosi su come si sono sviluppati gli arti negli animali terrestri, incluso l’uomo perché come loro abbiamo due appendici che ci aiuto nella locomozione) perfettamente uguali fra loro.  Studiando l’evoluzione delle pinne e confrontandola con l’anatomia degli arti umani, i ricercatori cercano di tracciare le connessioni tra queste strutture e capire come gli arti si siano evoluti nel corso del tempo e fornire informazioni preziose sulla nostra storia evolutiva e sulla comprensione di come siamo arrivati ad avere gli arti che ci caratterizzano come esseri umani.

Lo studio

L’autore co-corrispondente dello studio, il professor Christian Mosimann, insieme al suo team presso il Dipartimento di Pediatria della CU School of Medicine, ha condotto una ricerca che ha fornito nuove prove sull’evoluzione delle appendici appaiate. Utilizzando il pesce zebra come modello, il team ha osservato il movimento di particolari cellule chiamate fibroblasti, che condividono un’origine di sviluppo con il tessuto connettivo e il sistema cardiovascolare. Attraverso l’osservazione delle migrazioni di queste cellule nelle pinne in via di sviluppo del pesce zebra, i ricercatori hanno scoperto che i fibroblasti provenienti dal mesoderma della placca laterale contribuiscono alla formazione delle pinne appaiate, fornendo un legame tra le teorie concorrenti sull’origine di queste. L’importanza di queste scoperte non può essere sottovalutata. I risultati dello studio supportano l’ipotesi della doppia origine delle appendici appaiate, secondo cui queste si sono evolute da diverse strutture nel corso dell’evoluzione e non da un unico arco branchiale.  Tuttavia, i ricercatori sottolineano che il dibattito non è concluso e che ulteriori ricerche sono necessarie per una comprensione completa dell’evoluzione degli arti. Il laboratorio di Mosimann ha lavorato a stretto contatto con altri scienziati in tutto il mondo, collaborando su diverse specie animali per studiare lo sviluppo embrionale. Questa collaborazione internazionale ha arricchito lo studio, offrendo prospettive e dati provenienti da modelli diversi. Nonostante il progresso significativo raggiunto, i ricercatori sono consapevoli che il loro lavoro rappresenta solo un passo avanti nel dibattito sull’evoluzione degli arti. Tuttavia, le scoperte rispondono alla sempiterna domanda e contribuiscono a un quadro più completo della nostra storia evolutiva.  Le cellule embrionali e le strutture antiche conservate nei nostri corpi ci offrono un prezioso collegamento con il passato, permettendoci di tracciare il percorso dell’evoluzione. L’articolo pubblicato su Nature rappresenta un importante contributo alla conoscenza scientifica, ma è solo un tassello di un puzzle molto più ampio. Grazie al lavoro di ricercatori dedicati come il professor Mosimann e il suo gruppo, ci avviciniamo sempre di più a svelare i segreti delle nostre origini e a comprendere appieno il meraviglioso processo dell’evoluzione.