Verrebbe da dire fine di un’era, ma ovviamente sarebbe un’apertura fuorviante. Quell’era, infatti, è già conclusa da oltre 15 anni. Ci riferiamo alla decisione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) di dare il via libera allo smantellamento delle cabine telefoniche pubbliche ancora attive sul territorio nazionale. Forse la notizia è proprio questa: che in Italia, nell’anno del Signore 2023, ci fossero all’attivo ancora circa 18.000 cabine telefoniche sparse per tutto il territorio nazionale.
Sta di fatto che, fino ad oggi, si era ritenuto necessario continuare a garantire questo servizio. Un po’ perché le emergenze possono capitare e può succedere – a chi scrive è capitato, nemmeno troppi anni fa- di dover fare con urgenza una telefonata, ma di avere lo smartphone scarico; un po’ perché per molti anni la parte della popolazione più anziana aveva mostrato segni di diffidenza nei confronti dei telefonini, ma questo ormai è sempre meno vero.
Il 23 maggio l’AGCOM ha pubblicato una delibera in cui dà il via libera a TIM – che fino ad oggi era stata incaricata di gestire i telefoni pubblici in Italia – di smantellare le 18mila cabine telefoniche ancora attive. Sono previste alcune eccezioni, quindi anche in futuro sarà ancora possibile imbattersi in alcune rare cabine telefoniche, probabilmente a presidio di punti strategici come alcune grosse stazioni ferroviarie, ma anche – e soprattutto – negli ospedali, nelle case di riposo, le carceri e i commissariati di Polizia.
Leggendo questa notizia, in molti di voi probabilmente si stanno chiedendo quando è stata l’ultima volta in cui hanno visto una cabina telefonica. Domanda pertinente: già nel 2009 Telecom ne aveva rimosse quasi 100mila.