Molte famiglie hanno segnalato ritardi nel pagamento della quota di maggio dell’Assegno Unico da parte dell’Inps. Di solito, l’accredito dell’assegno per i figli avviene intorno alla metà del mese, anche se non c’è una data precisa. Tuttavia, in questo caso, il ritardo ha causato molti problemi. L’istituto di previdenza non ha nascosto le difficoltà, spiegando che il problema è dovuto ai conguagli che stanno rallentando il processo. Molti di questi conguagli sono già stati effettuati regolarmente, ma purtroppo non tutte le pratiche sono state elaborate in tempo.
L’importo dell’Assegno Unico è determinato in base alle dichiarazioni ISEE. Le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda per il nuovo anno del beneficio, che parte da marzo, e fino a quella data l’importo dell’Assegno corrisponde alla quota minima. Dopo l’accettazione della domanda, l’Inps provvede ai conguagli pagando la differenza rispetto all’importo effettivamente dovuto. L’avvicinarsi della scadenza di giugno ha creato un ingorgo di pratiche da elaborare.
Considerando le numerose segnalazioni di ritardo nei pagamenti dell’assegno unico per il mese di maggio che ci arrivano da famiglie in tutta Italia, chiediamo più rispetto per le famiglie. Se è vero, come ha giustificato l’Inps, che la causa è nei conguagli che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti, perché le verifiche non sono state fatte in tempo?
Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari
Bordignon ha sottolineato l’importanza della puntualità nel versamento dell’assegno unico per sostenere le famiglie nella gestione delle spese quotidiane. Inoltre, ha evidenziato la necessità di una riforma dell’ISEE, che attualmente rappresenta un ostacolo all’accesso all’assegno e non tiene conto delle specificità delle famiglie italiane.
L’Inps ha fornito delle precisazioni in seguito alle osservazioni delle famiglie. I pagamenti per il mese di maggio, compresi gli importi a titolo di conguaglio finale, sono attualmente in corso. Le somme dell’Assegno Unico sono state integrate con importi aggiuntivi che, nella maggior parte dei casi, rappresentano un credito a favore delle famiglie. Questo credito è dovuto all’aggiornamento dell’ISEE, al riconoscimento del “premio alla nascita” e alla presenza di persone con disabilità, alle quali spettano importi maggiorati già da marzo 2022.
L’operazione di ricalcolo delle rate ha coinvolto oltre 512.000 famiglie, con un’erogazione aggiuntiva complessiva di circa 140 milioni di euro, corrispondente a un credito medio per famiglia di circa 272 euro. Gli importi da recuperare, invece, riguardano circa 378.000 famiglie, per un totale di 15 milioni di euro. Tali importi saranno restituiti in più tranche, rateizzate, con un importo massimo pari al quinto del debito totale.
L’Inps assicura che le famiglie riceveranno un SMS e un’e-mail con tutte le informazioni necessarie e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al Contact Center o alle sedi dell’Istituto.