Retribuzioni: ecco quelle del settore pubblico italiano

Il rapporto semestrale dell’Aran rivela che la retribuzione media annua lorda per gli impiegati pubblici in Italia nel 2021 è stata di 31.766 euro, leggermente superiore alla media nazionale degli impiegati (pubblici e privati) che è di 30.836 euro. Questi dati includono dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, Regioni ed enti locali, che rappresentano il 23% del pubblico impiego contrattualizzato, escludendo la dirigenza e il personale a tempo determinato.

Dal confronto emerge che gli impiegati dei settori privati dei Trasporti e della logistica (31.619 euro) e dell’Edilizia e delle costruzioni (31.484 euro) guadagnano cifre molto simili ai dipendenti pubblici. Gli impiegati bancari hanno uno stipendio annuo nettamente superiore, pari a 34.288 euro, mentre gli impiegati nel settore della ristorazione (27.622 euro) e del turismo (27.515 euro) si trovano in fondo alla classifica.

Per quanto riguarda le “Elevate professionalità” nella Pubblica Amministrazione (PA), che corrispondono ai funzionari con incarichi equiparabili ai “Quadri” del settore privato, la retribuzione varia da un minimo di 50.000 euro a un massimo di 70.000 euro per ministeri e agenzie fiscali, livelli superiori rispetto alle Funzioni locali che vanno da 29.835 euro a 55.035 euro. Tuttavia, i salari per ministeri e agenzie sono in linea con quelli del settore privato, dove la retribuzione media annua lorda nazionale per i quadri è di 56.981 euro. Le Funzioni locali mostrano livelli retributivi inferiori.

Nei Ministeri, la retribuzione fissa iniziale è di 30.300 euro lordi all’anno (circa 1.600 euro netti al mese), mentre per le Funzioni locali è di circa 23.800 euro (circa 1.350 euro netti al mese). Le Agenzie fiscali offrono una retribuzione iniziale più elevata, di 31.600 euro lordi (circa 1.650 euro netti al mese). Le retribuzioni iniziali possono arrivare rispettivamente a 47.300, 53.600 e 55.000 euro lordi per Ministeri, Agenzie fiscali e Funzioni locali (circa 2.150, 2.300 e 2.450 euro netti al mese).

Alle retribuzioni fisse si aggiungono voci variabili come straordinari, premi di produttività, indennità di disagio, turno o rischio, e indennità legate a incarichi di maggior responsabilità. Il peso della componente variabile rispetto a quella fissa varia a seconda dei settori: circa il 14% nei Ministeri, il 17% nelle Agenzie fiscali e il 27% nelle Funzioni locali. Quest’ultima componente più elevata nelle Funzioni locali è dovuta alla presenza diffusa di funzionari con incarichi di elevata qualificazione, remunerati con una retribuzione aggiuntiva che può arrivare fino a 18.000 euro all’anno.

Il rapporto sottolinea che i livelli stipendiali dei funzionari pubblici si posizionano a metà classifica rispetto al settore privato. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, afferma che i giovani che entrano nella Pubblica Amministrazione ricevono una retribuzione iniziale competitiva rispetto al settore privato. Tuttavia, sottolinea che l’aspetto economico non può essere l’unico elemento preso in considerazione, poiché la PA offre stabilità occupazionale che non ha eguali e un pieno rispetto dei diritti dei lavoratori garantiti dai contratti collettivi nazionali. Naddeo evidenzia che la PA sta cambiando e offre prospettive di crescita professionale sempre più interessanti. Sottolinea anche l’importanza di aprire le porte alle nuove generazioni e confrontarsi con loro per costruire insieme una nuova Pubblica Amministrazione.

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