Nature (Sustanaibility) ha riferito che le ondate di calore mortali potrebbero rappresentare un pericolo di vita per miliardi di persone entro il 2100 anche considerando le attuali politiche di lotta al riscaldamento globale. Secondo il rapporto, la temperatura della Terra potrebbe aumentare fino a 2,7 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Questo livello di aumento potrebbe comportare migrazioni fino a 2 miliardi di persone, ovvero il 22% della popolazione globale prevista per il 2100.
Il rapporto prevede che le ondate di calore colpiranno paesi con popolazioni enormi come India, Nigeria, Indonesia, Filippine e Pakistan. Per ridurre gli effetti di questo riscaldamento e minimizzare la minaccia, dovremmo aderire all’obiettivo fissato dal trattato sul clima di Parigi del 2015 di 1,5 gradi Celsius. Ad oggi, il riscaldamento ha raggiunto poco meno di 1,2 gradi Celsius, il che ha già mostrato i suoi effetti attraverso siccità, anni più caldi, incendi selvaggi e altro ancora.
Se riuscissimo a mantenere la soglia di riscaldamento a 1,5 gradi Celsius o al di sotto, i 2 miliardi di persone che si prevede saranno colpite dalle ondate di calore potrebbero ridursi a meno di mezzo miliardo, secondo lo studio. Lo studio sottolinea inoltre che le regioni che raggiungono i 29 gradi C° sono considerate la fascia soglia del “calore pericoloso” e, molte regioni tropicali già vicine a questa soglia, affronteranno la minaccia maggiore. Le aree esposte a questo calore prolungato dovranno affrontare tassi di mortalità più elevati, riduzione della produttività del lavoro e dei raccolti, conflitti e malattie.
Cosa possiamo fare?
Solo 40 anni fa, meno di 12 milioni di persone erano esposte a queste temperature sostenute ed estremamente pericolose. Da allora, però, questo numero è quintuplicato e continuerà ad aumentare nei prossimi anni. Le Nazioni Unite hanno già riferito che queste ondate di calore e altri effetti del cambiamento climatico sono causati principalmente dai combustibili fossili come carbone, petrolio e gas. Questi combustibili sono responsabili del 75% delle emissioni globali di gas serra e di quasi il 90% di tutte le emissioni di anidride carbonica.
Nei prossimi decenni sarà importante adottare soluzioni energetiche pulite e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili per evitare che la soglia di riscaldamento superi il limite di 1,5 gradi Celsius. È importante notare che, anche se può sembrare impossibile, i singoli individui possono contribuire a combattere le ondate di calore e i cambiamenti climatici limitando il consumo di carne, facendo car pooling (l’uso condiviso di automobili private tra un gruppo di persone), utilizzando i mezzi pubblici, riducendo così la propria impronta di carbonio.
Tuttavia, l’onere principale sarà probabilmente per le aziende di smettere di contribuire alle emissioni. I singoli individui possono fare solo fino a un certo punto, e le emissioni individuali sono comparativamente molto piccole se messe a confronto con quelle delle grandi aziende. Secondo un rapporto del 2017 di Carbon Majors, infatti, il 70% delle emissioni mondiali di gas serra è riconducibile a 100 aziende.
Sebbene alcune aziende si stiano impegnando per essere neutrali dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, questa pratica dovrà diventare presto più comune. Una combinazione di responsabilità aziendale e sforzi individuali per ridurre le emissioni sarà probabilmente necessaria per evitare che queste pericolose ondate di calore e altre conseguenze del cambiamento climatico abbiano un costo maggiore sulla popolazione in futuro.