L’eolico galleggiante sta guadagnando sempre più terreno in Europa, con un rapido aumento della capacità installata. Nonostante le sfide che il settore affronta, tra cui l’aumento dei costi e i colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, l’entusiasmo e la fiducia nel mercato rimangono alti. Per garantire un futuro promettente, sono necessari investimenti nelle infrastrutture portuali, la riduzione dei costi e il superamento delle sfide logistiche.
Attualmente, l’Europa dispone di 4 piccoli parchi eolici galleggianti, che insieme raggiungono una capacità cumulata di 176 MW. Tuttavia, secondo WindEurope, entro il 2030 l’Europa potrebbe vantare tra i 3 e i 4 GW di capacità di eolico galleggiante in funzione. E non è irragionevole pensare che, se i governi sosterranno gli obiettivi di espansione con politiche adeguate, entro quel periodo potrebbe addirittura raggiungere i 10 GW.
Il Regno Unito è il paese più attivo in questo settore, avendo già assegnato diritti di sviluppo per oltre 15 GW di capacità. Anche la Francia sta seguendo questa direzione, con bandi per 500 MW al largo della Bretagna e nel Mediterraneo. Altri paesi come Norvegia, Spagna, Portogallo e Italia stanno lavorando per sfruttare i venti al largo delle loro coste. A livello globale, la pipeline dell’eolico galleggiante ha raggiunto circa 48 GW nel corso dell’anno precedente. Secondo le previsioni di DNV, il settore dovrebbe installare circa 300 GW entro la metà del secolo.
L’attenzione sull’eolico galleggiante è giustificata dal fatto che circa l’80% del potenziale eolico offshore mondiale si trova in acque profonde, oltre i 60 metri, dove le tradizionali turbine fisse non possono essere installate. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare. Il settore dovrà stabilire standard e ridurre le diverse soluzioni tecniche sperimentate finora, per avviare una produzione su larga scala. Inoltre, ci saranno difficoltà nell’approvvigionamento di materiali, in particolare l’acciaio. In quanto le operazioni di assemblaggio delle strutture galleggianti avvengono principalmente sulla terraferma, gli scali portuali dovranno essere adeguatamente attrezzati per sostenere la crescita del settore. Alcuni paesi, come la Francia e il Regno Unito, stanno già pianificando sostegno finanziario pubblico per sviluppare queste infrastrutture.
Inoltre, gli sviluppatori dovranno affrontare i costi della tecnologia. Attualmente, il costo medio livellato dell’energia (LCOE) per l’eolico galleggiante è di circa 250 euro per MWh, rispetto ai circa 50 euro per MWh delle turbine fisse. Tuttavia, ci sono progressi significativi verso la riduzione dei costi, grazie a progetti come CoreWind, che mirano a ottimizzare la tecnologia e ridurre l’LCOE a meno di 60 euro per MWh.
Nonostante le sfide, l’eolico galleggiante rappresenta una promettente fonte di energia rinnovabile che può contribuire in modo significativo alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Con gli investimenti giusti e il superamento delle sfide attuali, l’eolico galleggiante potrebbe diventare una componente chiave del mix energetico europeo e globale.