La folle vita: la commedia drammatica in arrivo nelle sale a giugno
I cineasti belgi Raphaël Balboni e Ann Sirot arrivano nei cinema italiani con una pellicola che tratta anche il tema della demenza semantica.

Wanted Cinema porta nelle sale italiane, dal 29 giugno, La Folle Vita, esordio alla regia della coppia di registi belgi Raphaël Balboni e Ann Sirot, in questi giorni a Cannes con il loro secondo lungometraggio, Le syndrome des amours passées, come evento speciale della Semaine de la Critique. La folle vita racconta la vita di Alex e Noémi (interpretati da Jo Deseure e Jean Le Peltier) due giovani trentenni desiderosi di avere un figlio. I loro piani vengono però sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne, inizia a comportarsi in modo bizzarro. Il suo comportamento è infatti influenzato da una patologia neurodegenerativa. La donna inizia a spendere cifre sconsiderate, entra in casa dei vicini nel bel mezzo della notte, o, ancora, utilizza colla e forbici per realizzare una finta patente di guida. A poco a poco Suzanne diventa una bambina incontrollabile: ciò metterà inaspettatamente in crisi la relazione e i propositi genitoriali del figlio e della sua fidanzata.






La malattia di Suzanne, la demenza semantica, è diventata parte intrinseca della nostra vita. Abbiamo dovuto imparare a conviverci a 360°. Constatare che il proprio genitore sta entrando nell’età senile quando tu hai appena compiuto trent’anni, ti fa rendere conto di quanto la tua vita possa essere messa all’improvviso sottosopra.
affermano i registi.
La demenza semantica è una malattia neurodegenerativa come l’Alzheimer, ma il deterioramento celebrale parte da una zona diversa del cervello, iniziando ad attaccare i lobi frontali che controllano il linguaggio e il comportamento. I pazienti iniziano a perdere gradualmente la capacità di formulare frasi, e le loro inibizioni. Abbandonano i codici sociali – cosa si può e cosa non si può dire, cosa si può e non si può fare, come si dovrebbe apparire in pubblico e quali outfit sono invece assolutamente inaccettabili (ad esempio, uscire nudi).
La folle vita è una sorta di “coming of age”, dichiarano i registi, un vero e proprio percorso di emancipazione. Il film diventa un’opportunità per riflettere sulla malattia, sul modo in cui trattiamo questo aspetto della vita nella routine quotidiana e in relazione alla società. Il film affronta un tema doloroso in modo originale e completamente innovativo, regalando così allo spettatore momenti di commozione, gioia e sagace ironia.
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