Secondo uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Nature Geoscience, il muschio ha effetti positivi su tutte le principali funzioni del suolo: favorisce il ciclo dei nutrienti , regola l’umidità e la temperatura del suolo, fornisce habitat per vari organismi e riduce il rischio di erosione e desertificazione. Caratterizzati da fusti poco sviluppati e strutture fogliformi, si presentano come i membri più evoluti e voluminosi della ex divisione Bryophyta potendo raggiungere estensioni di 20 cm (fino a 50 per il muschio tropicale Dawsonia superba).

Alcune specie (Sphagnum spp.) non contengono clorofilla ma possono accumulare nei loro tessuti grandi quantità di liquidi per osmosi.

Il muschio ha anche un valore economico come torba per combustibile, orticoltura, assorbimento di petrolio e come fonte di varie sostanze chimiche. Lo studio ha anche permesso di scoprire che i muschi sono fondamentali anche per il sequestro del carbonio e coprono una vasta area del pianeta, circa 9 milioni di km2 – equivalente all’area della Cina. La perdita di solo il 15% della copertura di muschi del suolo sarebbe equivalente a un aumento globali di anidride carbonica da tutti i cambiamenti di uso del suolo in un anno, come la deforestazione e il sovrapascolo. “Inizialmente eravamo molto interessati a capire come i sistemi naturali di vegetazione autoctona, che non sono stati molto disturbati, differiscano dai sistemi creati dall’uomo, come i parchi e i giardini – i nostri spazi verdi“, spiega il dottor Eldridge, che lavora presso la Scuola di Scienze Biologiche, della Terra e dell’Ambiente dell’UNSW. “Per questo motivo, in questo studio abbiamo voluto analizzare un po’ più nel dettaglio i muschi e le loro reali funzioni, in termini di fornitura di servizi essenziali per l’ambiente. Abbiamo esaminato cosa succede nei terreni dominati dai muschi e cosa succede nei terreni in cui non c’erano muschi. E siamo rimasti sbalorditi nello scoprire che i muschi fanno delle cose incredibili”.

Il muschio: caratteristiche, funzioni e specie

I muschi sono delle piccole piante che comprendono all’incirca 15.000 specie sparse in tutto il Pianeta. Si trovano in tutto il mondo, dalle lussureggianti foreste pluviali tropicali ai deserti più aridi, e persino sulle colline ventose dell’Antartide. Come detto, esistono diverse specie, che si differenziano tra loro principalmente per la struttura e la specializzazione delle loro capsule. Alcune tra le specie sono: il muschio bianco (Sphagnum spp.), il muschio comune (Bryum argenteum), il muschio capillare (Polytrichum commune) e il muschio di palude (Calliergonella cuspidata).

Il muschio ha una struttura semplice, formata da uno stelo foglioso che costituisce la generazione gametofitica e da una capsula che contiene le spore e che costituisce la generazione sporofitica. La capsula si apre per rilasciare le spore, che germinano e danno origine a un filamento verde ramificato, il protonema; pertanto, è ‘ una pianta che si riproduce per mezzo di spore e cresce in ciuffi, zolle o tappeti su terreni umidi, tronchi d’albero, rocce, ecc. Anche se ci sono da fare delle precisazioni:

Per supplire alle difficoltà insite nelle forme di riproduzione sessuata dei muschi, pressoché tutte le specie di questa divisione hanno elaborato strategie riproduttive asessuate di importanza spesso preponderante nel bilancio totale delle popolazioni. Ognuna di esse rappresenta una forma di moltiplicazione vegetativa, caratterizzata cioè dal distacco e conseguente sviluppo di parti vegetali preesistenti e la formazione di grandi popolazioni di “cloni” (cosiddetta propagazione clonale) geneticamente identici alla pianta madre. Esistono due forme di moltiplicazioni:

  • Frammentazione: consiste nel semplice distacco di parti differenziate del corpo vegetale che, seppur separate dalla pianta madre, riescono a rigenerare i tessuti mancanti dando origine ad un nuovo individuo. Particolarmente comune in Sphagnum.
  • Gemme: strutture specializzate prodotte dal corpo vegetale facilmente trasportabili da fluidi in grado di svilupparsi direttamente in una nuova pianta.

Sarà anche per queste fantastiche strategie evolutive, ma sta di fatto che il muschio è diffuso in tutto il mondo, tranne che nelle acque salate, e si trova comunemente in luoghi ombrosi e umidi: crescono nelle fessure lungo le strade e i sentieri, sui tronchi degli alberi, sulle rocce e sugli edifici, e soprattutto, sul suolo. Tuttavia, nonostante questa ubiquità, abbiamo una comprensione relativamente scarsa di quanto siano importanti. Lo studio aiuta un po’ di più a capire meglio il loro ruolo vitale per la salute del nostro suolo e della nostra Terra e aggiunge alcune informazioni che potrebbero interessanti e poco conosciute.

Il muschio: una pianta semplice ma sorprendente

I ricercatori affermano che le funzioni ecologiche positive dei muschi sono probabilmente associate anche alla loro influenza sui microclimi di superficie, ad esempio influenzando la temperatura e l’umidità del suolo. Questo può avere effetti benefici per le altre piante che crescono vicino ai muschi che, tra le altre cose, sono diversi dalle piante vascolari quelle che hanno radici, fusti e foglie, che si alimentano grazie a un sistema vascolare che è responsabile della distribuzione dell’acqua e delle sostanze nutritive: I muschi invece hanno radici e foglie, ma le loro radici sono diverse, vengono chiamate rizoidi, organi o strutture – unicellulari o pluricellulari – prodotti da alcuni organismi sessili (principalmente appartenenti ai regni delle piante e dei funghi) con la funzione di ancoraggio al substrato, su cui vivono, ed assorbono liquidi

I muschi muoiono ma poi risuscitano

Alcuni muschi hanno la capacità di tollerare la disidratazione, cioè di perdere quasi tutta l’acqua del loro “corpo” senza morire. Questa capacità si chiama tolleranza alla disidratazione o tolleranza all’essiccamento. È una caratteristica comune nelle briofiti e in più di 200 specie di muschi è stata verificata sperimentalmente. “Abbiamo estratto dei muschi da una confezione dopo 100 anni, li abbiamo spruzzati d’acqua e li abbiamo osservati prendere vita. Le loro cellule non si disintegrano come fanno le piante normali“, dice Elridge. Quando i muschi si disidratano, entrano in uno stato di animazione sospesa, in cui le loro attività metaboliche sono ridotte al minimo e i loro tessuti sono protetti da danni irreversibili.

In questo stato, i muschi possono sopravvivere per lunghi periodi di tempo, anche per centinaia di anni. Quando i muschi si reidratano, cioè quando ricevono nuovamente acqua dall’ambiente, riprendono le loro funzioni normali e continuano il loro ciclo vitale. Questa capacità è molto utile per i muschi che vivono in zone aride, dove l’acqua è scarsa e le precipitazioni sono irregolari e possono così adattarsi alle condizioni ambientali e resistere agli stress idrici. La tolleranza alla disidratazione è anche importante per il ruolo ecologico dei muschi, che contribuiscono alla stabilizzazione del suolo, al ciclo dei nutrienti, al sequestro del carbonio e alla biodiversità. “Senza i muschi, i nostri ecosistemi sarebbero in grossi guai”, dice il dottor Eldridge. È stupito dal fatto che la gente spesso vede il muschio come un problema nelle aree urbane, mentre in realtà svolge un ruolo importante in natura.

Il ruolo dei muschi nella conservazione della biodiversità

I muschi contribuiscono alla biodiversità in diversi modi. Innanzitutto, creano un ambiente ricco e vario dove vivono molti altri organismi, come funghi, batteri, alghe, protozoi, nematodi e artropodi. Svolgono funzioni importanti per l’ecosistema, come il riciclo dei nutrienti e la degradazione della materia organica. Inoltre, alcuni di essi sono utili alle piante che crescono vicino ai muschi, perché le aiutano ad assorbire meglio l’acqua e i nutrienti o le proteggono dalle malattie. In secondo luogo, aiutano a conservare il suolo e a prevenire la sua degradazione. Infatti, ricoprendolo lo rendono più stabile e resistente all’erosione causata dall’acqua o dal vento. In più, assorbono e trattengono l’acqua e i nutrienti nel suolo, evitando che si perdano per evaporazione o percolazione.

Così facendo, mantengono il suolo fertile e umido e prevengono la sua desertificazione e salinizzazione. Infatti, dallo studio di Elridge e colleghi è emerso che i muschi sono la linfa vitale degli ecosistemi vegetali e che le piante traggono beneficio dall’avere un muschio come vicino. I ricercatori hanno valutato 24 modi in cui il muschio forniva benefici al suolo e alle altre piante. Nelle zone del suolo in cui erano presenti i muschi, c’era una maggiore ciclicità dei nutrienti, la decomposizione della materia organica e persino il controllo degli agenti patogeni dannosi per le altre piante e per le persone.

Come il muschio aiuta a sequestrare CO2 dall’atmosfera

Secondo gli autori, i muschi sono immensamente utili per riassorbire l’anidride carbonica. Hanno stimato che, rispetto ai terreni nudi dove non c’era il muschio, questo antico precursore delle piante sta sostenendo lo stoccaggio di 6,43 gigatonnellate – o 6,43 miliardi di tonnellate – di Co2 dall’atmosfera. Questi livelli di cattura delle emissioni di CO2 sono di entità simile a quelli rilasciati dalle pratiche agricole, come il disboscamento e il pascolo eccessivo. “Quindi, se si considerano tutte le emissioni globali derivanti dal cambiamento di destinazione d’uso del suolo, come il pascolo, il disboscamento della vegetazione e le attività associate all’agricoltura, riteniamo che i muschi assorbano sei volte più anidride carbonica, quindi non è un rapporto di uno a uno, ma sei volte migliore“, ha dichiarato il dottor Eldridge.

Insomma, i muschi sono piante incredibili che svolgono funzioni ecologiche vitali per il nostro pianeta. Senza di loro, il suolo sarebbe meno fertile, meno ricco di vita e più vulnerabile ai cambiamenti climatici. Dobbiamo quindi apprezzare e proteggere questi organismi meravigliosi che rendono il nostro mondo più verde e più sano. Tuttavia, i muschi affrontano anche diverse minacce che ne mettono a rischio la sopravvivenza e la conservazione. Per proteggere i muschi da queste minacce, sono necessarie azioni urgenti a livello globale, regionale e locale. Alcune delle possibili misure di conservazione sono la creazione di aree protette, la promozione di pratiche sostenibili, la riduzione delle emissioni e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

La ricerca futura mira a verificare se i muschi urbani possono creare terreni sani con la stessa efficacia di quelli che crescono nelle aree naturali. “Siamo anche interessati a sviluppare strategie per reintrodurre i muschi nei terreni degradati per accelerare il processo di rigenerazione”, afferma il dottor Eldridge. “I muschi potrebbero essere il veicolo perfetto per dare il via al recupero dei suoli urbani e naturali gravemente degradati”.