Emicrania: le terapie comportamentali si possono associare ai farmaci

Le terapie comportamentali come la Mindfulness e l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) sono efficaci nel trattamento dell’emicrania e possono essere utilizzate insieme alla terapia farmacologica tradizionale. Durante il Convegno “Tutta cuore e Cervello. Emicrania e differenze di genere”, tenuto a Milano il 20 aprile 2023 e organizzato dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, sono stati presentati i benefici di queste terapie complementari, che aumentano l’efficacia della terapia farmacologica, promuovono la consapevolezza del paziente sulla propria malattia e aiutano a controllare il dolore.

L’emicrania è una malattia che coinvolge non solo componenti biologiche, tipiche della malattia stessa, ma anche fattori psicologici e psicoemotivi. Questi ultimi giocano un ruolo importante nell’evoluzione dell’emicrania da forma episodica a cronica. Gli aspetti psicologici come le aspettative del paziente, la mancata risposta al trattamento e le reazioni a catena possono influire sulla disabilità, sulla capacità di svolgere una vita normale, sulla qualità della vita e sul carico della malattia. Anche i fattori sociali, come il lavoro e l’attività fisica, sono importanti e devono essere considerati nel trattamento dell’emicrania.

La Mindfulness è una pratica antica di meditazione e consapevolezza che è stata ripresa negli anni ’70 e ha dimostrato risultati clinici promettenti nel trattamento dell’ansia e della depressione. Oggi molti programmi di terapia per il dolore cronico in America combinano la terapia farmacologica con la Mindfulness. Questa pratica aiuta i pazienti a imparare a essere presenti nel momento presente e a utilizzare le proprie risorse senza giudicare se stessi o gli altri. Riduce anche i pensieri intrusivi, insegnando alle persone a osservare il flusso dei pensieri senza identificarsi con essi. Al Besta, è in corso un progetto di ricerca che ha dimostrato un miglioramento a lungo termine nei pazienti con emicrania cronica sottoposti sia alla terapia farmacologica tradizionale che alla Mindfulness.

L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) promuove l’accettazione attiva della propria condizione di malattia e ha benefici sia per l’efficacia della terapia farmacologica che per l’aderenza al trattamento. Spesso i pazienti hanno difficoltà nell’accettare che il miglioramento richiede tempo e pazienza. L’ACT lavora per ridurre la sofferenza e favorire una migliore gestione del dolore. Sono in corso progetti di ricerca per valutare i cambiamenti a livello mentale e neurale dei pazienti giovani e adulti che utilizzano l’ACT.

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