Un gesto di grande valore e rispetto per la storia e la cultura italiana è stato compiuto da un californiano di nome Jay Stanley, che ha restituito all’Italia ben 30 reperti archeologici ereditati dal padre. Questi oggetti, tra cui vasi e statuette, risalgono al periodo compreso tra il VI e il III secolo a.C.
Jay Stanley, un ingegnere informatico, ha trascorso dieci anni della sua vita a Napoli insieme alla sua famiglia. Durante quel periodo, è possibile che i suoi genitori abbiano acquistato questi antichi oggetti da qualche mercatino delle pulci, ignari della loro provenienza. Tuttavia, è noto che i reperti archeologici privi di documentazione sono solitamente frutto di scavi illegali.
Dopo la morte del padre, Stanley ha ritrovato questi reperti e si è trovato in un dilemma su cosa farne. Leggendo di un caso simile, ha capito che l’unica soluzione etica e legale era restituirli. A confermarlo è stato Christos Tsirogiannis, un archeologo forense specializzato nel recupero di reperti trafugati, il quale ha valutato storicamente gli oggetti e ha spiegato che “le antichità di origine italiana devono essere restituite all’Italia“.
Stanley ha dichiarato: “Non penso che mio padre avesse compreso quanto fossero antichi questi reperti“, rimanendo sorpreso dal fatto che risalissero a quasi 3000 anni fa. Tuttavia, è convinto che suo padre sarebbe stato d’accordo con la sua decisione di restituirli all’Italia. Con orgoglio, ha affermato: “Ora la mia coscienza è pulita“. Ha quindi accuratamente impacchettato i vasi e le statuette e li ha spediti all’ambasciata italiana a Washington DC, che ha espresso profonda gratitudine per questo gesto di onestà e rispetto.
Questo atto di restituzione di reperti archeologici rappresenta un esempio positivo di impegno per la tutela del patrimonio culturale e storico di un Paese. L’Italia, con la sua ricca storia e le sue antichità, ha subito numerosi furti e traffici illegali nel corso degli anni. Gesti come quello compiuto da Jay Stanley contribuiscono a preservare e valorizzare la storia e l’identità di un popolo. Speriamo che questa testimonianza possa ispirare altri a seguire il suo esempio e a contribuire alla restituzione e alla salvaguardia del nostro patrimonio comune.