La sonda spaziale Juice (Jupiter Icy Moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha il compito di esplorare il pianeta Giove e le sue tre lune ghiacciate: Ganimede, Callisto ed Europa. Per farlo, è dotata di dieci strumenti scientifici, tra cui un radar in grado di sondare la superficie e il sottosuolo di questi mondi potenzialmente abitabili. Tuttavia, durante la fase di messa in servizio della sonda, gli ingegneri dell’ESA hanno riscontrato un problema: l’antenna dello strumento Radar for Icy Moons Exploration (RIME) non si è dispiegata completamente e rimane bloccata per due terzi nella sua custodia. Si sospetta che un piccolo perno impedisca il suo rilascio. Nonostante la difficoltà, i responsabili della missione non perdono la speranza e stanno studiando diverse soluzioni per liberare l’antenna da 16 metri di lunghezza. Una di queste prevede di accendere il motore della sonda per provocare delle vibrazioni e poi ruotarla per esporre al Sole la parte ombreggiata, in modo da riscaldare la struttura e il radar.
L’antenna RIME è fondamentale per la missione, in quanto permette di inviare onde radio che penetrano fino a 9 km di profondità nel ghiaccio delle lune di Giove, con una risoluzione verticale di 50 metri. Lo strumento è stato progettato dall’università di Trento con la collaborazione del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA per l’uso e la condivisione dei dati. Juice è stata lanciata il 14 aprile 2023 dallo Spaceport Europeo nella Guiana Francese con un razzo Ariane 5 e ha un costo di 870 milioni di euro. Dovrebbe raggiungere il sistema gioviano nel luglio 2031 e trascorrere diversi anni a orbitare intorno alle lune e a studiare l’ambiente complesso di Giove, considerato un modello per i giganti gassosi presenti nell’Universo. Questa non è la prima volta che una missione verso Giove incontra problemi tecnici. Per esempio, la sonda Galileo della NASA non riuscì a dispiegare correttamente la sua antenna principale, ma riuscì comunque a trasmettere dati alla Terra con una velocità ridotta.