Un team internazionale di ricercatori ha scoperto che i coralli dell’Oceano Atlantico sono più vulnerabili ai cambiamenti ambientali rispetto a quelli dell’Oceano Pacifico e Indiano, a causa delle diverse specie di alghe simbiotiche di cui hanno bisogno per crescere. Le alghe simbiotiche, chiamate anche zooxantelle (termine generico utilizzato per indicare diversi microrganismi fotosintetici unicellulari che vivono tipicamente in simbiosi con organismi marini come i polipi dei coralli, ma anche meduse, spugne, molluschi, platelminti…), vivono all’interno dei tessuti dei coralli e li aiutano a produrre lo scheletro calcareo che forma le barriere coralline. Queste relazioni mutualistiche sono essenziali per la sopravvivenza dei coralli, ma possono essere compromesse da fattori come l’aumento delle temperature oceaniche, che causano lo sbiancamento dei coralli. Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno che si verifica quando i coralli espellono le alghe simbiotiche a causa dello stress ambientale, perdendo il loro colore e la loro fonte di nutrimento. Se lo sbiancamento persiste per troppo tempo, i coralli possono morire e compromettere interi ecosistemi marini. “Il lavoro del mio laboratorio negli ultimi anni è stato quello di descrivere le singole specie di simbionti in modo da sapere con cosa abbiamo a che fare”, ha dichiarato Todd LaJeunesse, professore di biologia alla Penn State e autore principale dello studio. “Senza queste informazioni, non è possibile studiare adeguatamente l’ecologia, la fisiologia e la biogeografia dei coralli”. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, ha confrontato le specie di alghe simbiotiche presenti nei coralli dell’Atlantico e dell’Indo-Pacifico. I ricercatori hanno scoperto che i coralli dell’Atlantico si affidano a simbionti specialisti, cioè che possono associarsi solo a una o poche specie di coralli ospiti. Questo li rende più sensibili ai cambiamenti ambientali, perché hanno meno opzioni per adattarsi. I coralli dell’Indo-Pacifico, invece, si associano a simbionti generalisti, cioè che possono associarsi a molte specie di coralli ospiti. Questo li rende più resistenti ai cambiamenti ambientali, perché hanno più flessibilità per cambiare partner in caso di necessità. Secondo LaJeunesse, le specie simbionti descritte dal team sono importanti per gli ecosistemi della barriera corallina grazie al loro dominio ecologico e la loro importanza per così tante specie di coralli in aree geografiche enormi. Tuttavia, i ricercatori avvertono che anche i coralli indopacifici sono minacciati da altri fattori come l’inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat. Per proteggere i coralli e le barriere coralline dal degrado ambientale, i ricercatori raccomandano di ridurre le emissioni di gas serra, limitare lo sviluppo costiero e promuovere pratiche sostenibili di pesca e turismo.