Ormai ci siamo. Il 28 aprile debutterà in esclusiva su Disney+ il nuovo live action Disney dedicato a Peter Pan. Il titolo non è affatto casuale, Peter Pan & Wendy dimostra la volontà di ritornare a confrontarsi con il prodotto originale, ossia il romanzo di J. M. Barrie, scritto sotto forma di opera teatrale. La sfida questa volta è stata duplice: rendere giustizia al corrispettivo cartaceo e rivisitare, senza deludere i fan di vecchia data, il classico cartone firmato Disney. David Lowery, regista del film, sarà riuscito nell’impresa? Di questo e molto altro abbiamo parlato con il cast di Peter Pan & Wendy.
La scelta di rivisitare un grande classico come Peter Pan è rischiosa, senza dubbio alcuno, ma mediante una nuova pellicola si può offrire allo spettatore di vecchia data la possibilità di una nuova prospettiva sulla storia di Peter Pan fino ad arrivare al punto di spingere anche il fan più accanito a chiedersi se conoscesse davvero bene Peter prima di questa nuova rivisitazione. Per questo la prima domanda della conferenza è stata rivolta al regista del film, David Lowery.
David, in termini di trovare la tua storia, com’è stato quel viaggio e quanto hai fatto riferimento al libro originale e al film d’animazione originale?
David Lowery: “È scioccante. Io inizialmente ho pensato: “Ok è Peter Pan, conosco questa storia, quanto può essere difficile riadattarla?” Poi, quando ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura e mentre la sviluppavamo nel corso di un certo numero di anni, mi sono reso conto non solo che c’era tanto altro da scoprire rispetto a quello che già conoscevamo della storia, ma c’era così tanto che non era mai stato veramente visto sullo schermo prima e così tanto che pensiamo di sapere ma che in realtà non conoscevamo davvero, che sono rimasto stupito. Abbiamo questo senso di familiarità con la figura di Peter Pan e dobbiamo onorarlo, non possiamo reinventare la sua storia, ma avevamo il dovere di dare al pubblico un film in cui sarà possibile vedere il Peter Pan e la Wendy che gli spettatori conoscono e amano, ma allo stesso tempo dovevamo presentare queste due figure sotto una nuova luce. Proprio questa era la vera sfida, trovare quella luce e la trama della stessa.”
Questa è la storia di Wendy tanto quanto la storia di Peter, non a caso il titolo del film porta i nomi di entrambi i personaggi. Proprio il titolo della pellicola racchiude molta storia ma anche un forte desiderio di contemporaneità. È corretto?
David Lowery (Regista): “Decisamente. Il titolo originale del libro di J. M. Barrie era Peter Pan & Wendy e proprio quello è stato il punto di partenza. Volevo davvero dare giustizia al personaggio di Wendy. In fondo se ci pensiamo bene è proprio Wendy, in molti modi, il motore di tutta la storia e il tramite con il pubblico: è lei che va a Isola che non c’è e noi andiamo con lei, volevamo davvero onorare questa prospettiva ed esplorarla al meglio. Il tutto ovviamente partendo dal titolo.”
La parola passa al nome altisonante della pellicola: Jude Law.
Jude, il tuo Capitan Uncino è glorioso e viene raccontata in tanti suoi lati anche nascosti che se vogliamo rappresentano una delle grandi novità di questa reinterpretazione della storia classica di Peter Pan. Come hai costruito il tuo personaggio in base alle novità della sceneggiatura ma conservando anche la caratterizzazione del cartone animato Disney?
Jude Law: “Mi è stata data una grande opportunità attraverso la sceneggiatura. David mi ha dato la possibilità di capire davvero Capitan Uncino e di scavare nel suo passato, capendo così cosa lo ha reso il cattivo e l’uomo che è nella storia. Queste sono delle condizioni fantastiche per poter recitare come attore. Per me era davvero importante che fosse una storia vera, c’era sempre della verità in lui. Non ha senso interpretare solo un cattivo: come dico sempre, il cattivo non sa mai di essere il cattivo, pensa di essere l’eroe e vede tutti gli altri personaggi come i veri villain della storia. Come ha detto David, per interpretare Capitan Uncino sono tornato al libro, e ciò che è straordinario del romanzo è che a volte è davvero molto scarno, eppure queste frasi hanno evocato anni e anni di immaginazione in tutti noi. Capitan Uncino credo sia presente in solo un paio di capitoli, ma la frase che viene usata per descriverlo è così specifica che pare sia presente per molto più tempo. Uncino parla di se stesso come l’unico pirata di cui Long John Silver aveva paura, quindi sapevo che doveva essere spaventoso, davvero spaventoso, e fisicamente presente in un modo che non fosse una pantomima. Doveva essere sincero e reale. Ho iniziato anche a pensare a come doveva essere vivere la sua vita con un Uncino e cosa significa in realtà.
Occorre anche fidarsi ed affidarsi ad altri. Improvvisamente, Spugna non è solo il tipo di amico sciocco, in realtà è il suo valletto, il suo migliore amico, perché fa tutto per lui, e questo prima che il personaggio riveli come James Hook è arrivato a questo punto e cosa lo ha reso così pieno di rabbia e odio per Peter Pan. Tutto questo materiale fornitomi in parte dal romanzo ma in gran parte della sceneggiatura di David, era così tanto con cui giocare; allo stesso tempo è stato interessante cercare di assicurarsi che il personaggio non fosse troppo configurato ma che fosse comunque molto divertente e spaventoso, il giusto. Dovevo fondere l’animo divertente, spaventoso e la nuova storia del personaggio in un solo film. Difficile ma anche stimolante come sfida. Mi sono affidato al regista, alle ottime mani in cui mi trovavo. Mi sentivo molto al sicuro, avevamo di fronte una mappa fantastica, la sceneggiatura era molto chiara ma ci ha anche dato l’opportunità di recitare liberamente. A questo si aggiunge il fatto che il cast di Peter Pan & Wendy è un cast meraviglioso con cui recitare. Così ho iniziato fin da subito a sperimentare. La verità sta letteralmente negli stivali che indossi, nel costume che vesti, e questo funziona fino al giorno in cui si iniziano le riprese. In quel momento tocca all’attore fare il salto e rendere corretto il personaggio ma tutti quei piccoli dettagli aiutano ad esprimere e rappresentare a 360 gradi il personaggio.”
A proposito del cast di Peter Pan & Wendy… si tratta di uno splendido gruppo di persone dotate di grande talento. Yara (Trilli), tu interpreti un personaggio iconico. Come è stata per te l’esperienza sul set del film?
Yara Shahidi: “Oh per me girare Peter Pan & Wendy ha richiesto tanta immaginazione, il che in realtà è stata una sfida piuttosto divertente. È stato un vero piacere vedere i bellissimi set che sono stati costruiti come spazi davvero coinvolgenti. Penso di essere stata fortunata perché ho potuto vedere alcune delle prime scene del film proprio mentre stavo preparando la pellicola, ma ero in un bellissimo garage adibito a set a Burbank a filmare le mie cose, ed è stato molto interessante. Quindi, penso che questa sia stata la mia prima esperienza così importante e unica. Ho appena incontrato Ever e Alexander circa un’ora fa per la prima volta, ho girato il film da sola e non con loro. Mi sono divertita così tanto perché penso che venendo da un’altro spettacolo in cui interpreto un personaggio del college e sono su un set del college, questo lascia molto poco all’immaginazione e quindi penso che nell’interpretare Trilli ci fosse qualcosa di veramente interessante. Ciò che è stato per me fondamentale era che David fosse ancora il mio punto di contatto durante l’intero processo dall’inizio alla fine, quindi avevamo margine di manovra per giocare. Ma, sì, la mia strumentazione sul set sembrava quella di una GoPro se non sapevi che quella che stavo osservando era una tecnologia multimilionaria.”
Passando invece ai due assoluti protagonisti, Peter e Wendy. Alexander Molony, per te qual è stato il punto di partenza per scoprire come avresti interpretato Peter?
Alexander Molony: “In primo luogo, è stato un grande onore interpretare questo personaggio che le persone conoscono e amano da così tanti anni, ma penso di essere davvero entrato nel mio personaggio portandolo anche al di fuori dal set con la stessa quantità di divertimento che abbiamo avuto sul set, tutti gli scherzi, tutti i combattimenti in acqua che abbiamo fatto. È stata semplicemente un’esperienza straordinaria e penso che mi abbia davvero aiutato a permettermi di sviluppare ulteriormente il mio personaggio.”
Quale è stata la preparazione fisica che hai dovuto sostenere?
Alexander Molony: “Siamo arrivati sul set due mesi prima dell’inizio delle riprese e ho passato un bel po’ di tempo nella stessa stanza degli stuntman a lavorare sul volo e sul combattimento. È stato grandioso, ma la quantità di impegno necessaria per ogni sequenza…è stato tutto piuttosto faticoso.”
Ever (Wendy), cosa ti ha convinto di più della sceneggiatura di David in merito a Wendy per cui eri davvero entusiasta di portarlo sullo schermo?
Ever Anderson (Wendy): “Fin dall’inizio, quando ho ricevuto la sceneggiatura per la prima volta nel momento in cui stavo facendo il provino, c’era qualcosa di nuovo per il personaggio di Wendy. Ha questa amore sconfinato per l’avventura ma poi non era facile essere una donna nel momento in cui la sceneggiatura del film è ambientata, nei primi anni del 1900. Perciò ho compreso quanto spaventoso deve essere stato per lei dover accettare quello che doveva fare, che le veniva imposto di fare, come andare a scuola e prepararsi per la vita che era già stata destinata per lei prima ancora che fosse davvero pronta per essa. Quello che ho amato di più della mia Wendy era che, nonostante tutte queste sfide che ha dovuto affrontare, fosse ancora. così fedele a se stessa ed ha così continuato a sognare e ha continuato a inseguire ciò che amava.”
Come è stato per te relazionarti con il cast e mettere in scena tutte le diverse relazioni di Wendy con i vari personaggi del film?
Ever Anderson (Wendy): “È stata una splendida esperienza. Ritengo che sia io che Alex abbiamo portato molto di noi stessi nel personaggio ed allo stesso tempo abbiamo portato molto dei personaggi in noi stessi fuori dal set.”
Quello di Peter Pan è ovviamente un mondo fantasy, ma è immerso in ciò che sembra reale ed effettivamente guardando il film sembra davvero reale, si possono riconoscere e visitare, come ad esempio la Scozia, una delle location dei vari set.
Perché David hai scelto di affidarti a spazi reali e concreti per il tuo film e non di ricostruire un mondo in digitale?
David Lowery (Regista): “Questo era qualcosa di veramente importante per me fin dall’inizio: avere un film che sembrava concreto, reale, vero. Questo è un film senza dubbio con un importante trama fantasy incentrata su bambini che volano ma volevo che sembrasse che Isola che non c’è fosse un posto in cui pensavi davvero si potesse raggiungere. Non doveva essere un palcoscenico o ricreato in CGI, non sarebbe stato un posto a portata di mano. Così ho solo pensato a tutti i paesaggi che mi attraevano quando ero più giovane, e ad essere onesti, la Scozia era uno di questi. Scozia, Irlanda, abbiamo finito per girare anche a Terranova e sulle Isole Faroe al fine di ricreare la nostra Isola che non c’è. Questi paesaggi sono così magici per me e sono una versione di Isola che non c’è che non abbiamo mai visto prima. Non si tratta dell’Isola che non c’è tropicale e hawaiana delle generazioni passate, questa è una versione audace e mozzafiato di Isola che non c’è che mi sembra rinvigorente da vedere sullo schermo.”