Un nuovo studio basato sui dati sismici ottenuti dal lander robotico InSight della NASA offre una comprensione più completa dell’interno marziano e nuovi dettagli sulle dissomiglianze tra la Terra. La ricerca, che si basa sui rilevamenti dei “martemoti” e delle onde sismiche che viaggiano attraverso il nucleo di un pianeta diverso dalla Terra, ha mostrato che lo strato più interno di Marte è leggermente più piccolo e più denso di quanto precedentemente noto. Entrambi i pianeti possiedono nuclei composti principalmente da ferro liquido. Ma circa il 20% del nucleo marziano è composto da elementi più leggeri del ferro – soprattutto zolfo, ma anche ossigeno, carbonio e un pizzico di idrogeno, secondo lo studio. Si tratta di una percentuale circa doppia rispetto a quella presente nel nucleo terrestre, il che significa che il nucleo marziano è notevolmente meno denso di quello del nostro pianeta, anche se più denso di una stima del 2021 basata su un diverso tipo di dati provenienti dall’ormai ritirato InSight. “Le regioni più profonde della Terra e di Marte hanno composizioni diverse, probabilmente un prodotto delle condizioni e dei processi in atto quando i pianeti si sono formati e del materiale di cui sono fatti“, ha dichiarato la sismologa Jessica Irving dell’Università di Bristol in Inghilterra, autrice principale dello studio pubblicato questa settimana sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio ha anche perfezionato le conoscenze circa le dimensioni del nucleo marziano, scoprendo che ha un diametro di circa 3.560-3.620 km, 20-50 km in meno rispetto alle stime precedenti. Il nucleo marziano costituisce una percentuale leggermente inferiore del diametro del pianeta rispetto al nucleo terrestre.

L’importanza di queste nuove stime

La natura del nucleo può avere un ruolo nel determinare se un pianeta roccioso o una luna possano ospitare la vita. Il nucleo, ad esempio, è determinante per la generazione del campo magnetico terrestre che protegge il pianeta dalle radiazioni solari e cosmiche nocive. “Sui pianeti e sulle lune come la Terra, ci sono strati esterni di silicato – rocciosi – e un nucleo metallico dominato dal ferro.“, ha detto Irving. Marte ha un diametro di circa 6.779 km, rispetto al diametro della Terra che ha un diametro quasi il doppio di quello di Marte, circa 12.742 km, e la Terra è quasi sette volte più grande in volume totale. Il comportamento delle onde sismiche che viaggiano attraverso un pianeta può rivelare dettagli sulla sua struttura interna. Le nuove scoperte derivano da due eventi sismici che si sono verificati sul lato opposto di Marte rispetto a quello in cui si trova il lander InSight e, nello specifico, il suo sismometro. Il primo è stato un martemoto dell’agosto 2021 che ha avuto come epicentro la Valles Marineris, il più grande canyon del sistema solare.

Valles Marineris: The Grand Canyon of Mars | NASA Solar System Exploration

L’immagine mostra la grandezza del Canyon comparato in proporzione con gli Stati Uniti. Il secondo è stato l’impatto di un meteorite nel settembre 2021 che ha lasciato un cratere di circa 130 metri.

Boulder-size blocks of water ice can be seen around the rim of an impact crater on Mars, as viewed by the High-Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE camera) aboard NASA’s Mars Reconnaissance Orbiter. The crater was formed Dec. 24, 2021, by a meteoroid strike in the Amazonis Planitia region.

L’agenzia spaziale statunitense ha formalmente ritirato InSight a dicembre dopo quattro anni di operazioni, poiché un accumulo di polvere ha impedito alle sue batterie a energia solare di ricaricarsi.

This is one of the last images ever taken by NASA’s InSight Mars lander. Captured on Dec. 11, 2022, the 1,436th Martian day, or sol, of the mission, it shows InSight’s seismometer on the Red Planet’s surface.

Questa è una delle ultime immagini scattate dal lander marziano InSight della NASA. Catturata l’11 dicembre 2022, il 1.436° giorno marziano della missione e mostra il sismometro di InSight sulla superficie del Pianeta Rosso. “La missione InSight ha avuto un successo straordinario nell’aiutarci a decifrare la struttura e le condizioni dell’interno del pianeta“, ha dichiarato Vedran Lekic, geofisico dell’Università del Maryland e coautore dello studio. “Dispiegare una rete di sismometri su Marte porterebbe a scoperte ancora maggiori e ci aiuterebbe a comprendere il pianeta come sistema, cosa che non possiamo fare limitandoci a osservare la sua superficie dall’orbita“.