La situazione della Pediatria in Italia è critica, a rischio il funzionamento dei reparti ospedalieri e dei Punti Nascita a causa dell’aumento dell’età media dei pediatri e del numero dei pensionamenti. In questo contesto, il governo ha deciso una stretta sul ricordo dei pediatri a gettone, ma la Società Italiana di Pediatria (SIP) propone una strategia di uscita per garantire la sopravvivenza di molti reparti di Pediatria.
La SIP propone l’unicità del rapporto di lavoro tra pediatri ospedalieri e pediatri del territorio. Come primo intervento, si propone la razionalizzazione delle piccole strutture ospedaliere di Pediatria, ormai quasi esclusivamente dedicate ad attività ambulatoriale di emergenza. Tuttavia, questo non può rappresentare da solo una risposta efficace e duratura. Viene proposto il ricorso all’attività aggiuntiva da parte di specialisti dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, superando il limite dell’appartenenza alla stessa Azienda e favorendo una disponibilità su base regionale.
Inoltre, viene indicata la strada di una modifica della modalità di accesso al mondo del lavoro dei giovani Pediatri e degli specializzandi dell’ultimo biennio del percorso formativo, strutturando un rapporto di lavoro che preveda lo svolgimento dell’attività assistenziale sia in Ospedale che sul Territorio. Questo tipo di organizzazione potrebbe sia diminuire la fuga dagli ospedali sia avere una copertura territoriale migliore in zone svantaggiate dal punto di vista geografico.
La SIP sottolinea come già oggi il numero di pediatri non sia sufficiente a mantenere l’attuale sistema organizzativo che prevede un’assistenza pediatrica territoriale distinta e non integrata con quella ospedaliera, e il divario sia destinato ad aumentare. Sarà necessario definire gli aspetti economici, ma il superamento del rapporto di esclusività appare il passaggio fondamentale sul quale costruire i nuovi modelli operativi dell’assistenza pediatrica e neonatologica nel nostro Paese.