L’Argentina sta affrontando una delle peggiori epidemie di dengue degli ultimi anni. Con oltre 41.000 casi registrati quest’anno, il Paese sudamericano sta cercando nuovi modi per combattere questa malattia trasmessa dalle zanzare. Dall’inizio dell’attuale stagione epidemica (lo scorso 31 agosto) fino all’8 aprile, sono stati registrati almeno 35 decessi a livello nazionale e 41.257 casi in 15 giurisdizioni in quattro diverse regioni. Se questi dati vengono confrontati con i valori storici, la statistica rivela che il numero di pazienti è infatti superiore del 27% rispetto al 2016 e del 48,4% rispetto al 2020. A questa situazione si aggiunge il fatto che il 73% delle persone contagiate è infetto dal sierotipo DENV-2 del virus, trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti. Una delle motivazioni principale del proliferare della A. aegypti è l’aumento della temperatura nel Paese e nel mondo. Per contrastare la malattia, dal 2016 i biologi della CNEA (Commissione Nazionale per l’Energia Atomica) stanno sperimentando la sterilizzazione atomica. Stanno sterilizzando 10.000 maschi a settimana e mirano ad aumentare il numero a 500.000. I biologi del prevedono di rilasciare il primo lotto di maschi sterilizzati a novembre.

La sterilizzazione atomica

La sterilizzazione è eseguita tramite energia ionizzante con l’applicazione della tecnologia SIT (Sterile Insect Technique o del maschio sterile): la strategia si basa sull’allevamento della specie nociva, sulla separazione dei maschi dalle femmine, sulla sterilizzazione dei maschi attraverso radiazioni (gamma o X), e loro rilascio in ambiente dove, accoppiandosi con le femmine vergini, le rendono sterili in modo definitivo. Si tratta di una metodica che non ha alcun impatto negativo sull’ambiente, sugli animali e sulla salute pubblica. Tecniche simili per sterilizzare i parassiti utilizzando le stesse radiazioni presenti nei raggi X sono state utilizzate per decenni, aiutando gli sforzi globali per controllare malattie come la chikungunya, la dengue e la Zika. “I maschi sterili vengono liberati nei campi e quando incontrano una femmina selvatica, la loro prole non è vitale”, ha detto Garcia Alba. “In questo modo, rilasciando in successione questi maschi, saremo in grado di ridurre la popolazione della zanzara vettore del DEN-2 “. I sintomi della dengue includono febbre, dolori agli occhi, alla testa, ai muscoli e alle articolazioni, nausea, vomito e affaticamento.