SpaceX entra nuovamente nella storia, facendo decollare il razzo più potente costruito dall’essere umano alle 15:33 italiane. Da Starbase, al confine tra Texas e Messico, si sono accesi circa 30 motori Raptor, alzando dalla rampa di lancio un unico grande vettore alto 120 metri, 10 in più del Saturn V delle missioni Apollo.
Elon Musk sta scrivendo di nuovo la storia, c’è poco da fare: il decollo dello Starship, da Starbase, è l’inizio di una nuova era, l’inizio del progetto viaggio su Marte. SpaceX in questi giorni sta riscrivendo la storia dei viaggi spaziali con il primo lancio di Starship iniziato il 17 aprile. Come da programma il primo lancio è stato annullato a causa di un problema con una valvola, che si era congelata (anche se conoscendo le fissazioni di Musk sui numeri potrebbe essere stato posticipato volutamente al 20 aprile per un famigerato 4.20). In quel frangente a causa delle basse temperature e della condensa presente nel serbatoio, si era formato del ghiaccio attorno a una valvola che ne ha causato un malfunzionamento, ma anche in questi casi c’è stata l’occasione per SpaceX di procedere con i preparativi al lancio, eseguendo un WDR (un rifornimento) per acquisire ulteriori dati. I prototipi utilizzati per questo lancio erano il Booster 7 e la Ship 24, che SpaceX sta collaudando e testando da oltre un anno.
Come si è svolto il WDR ? Rifornire Starship e Super Heavy è un processo molto complesso, anche per la stazza dei due vettori, che insieme raggiungono i 120 metri di altezza. Tutte le infrastrutture di terra formano quello che Musk ha definito lo Stage Zero, complesso tanto quanto i prototipi. Prima d’iniziare a rifornire il Booster 7 e la Ship 24, SpaceX ha dovuto iniziare a raffreddare tutte le condutture, per evitare shock termici e improvvisi sbalzi di pressione. Il gas utilizzato viene poi spurgato dal pad con vistosi sbuffi bianchi. I serbatoi di Starship e Super Heavy sono stati completamente riforniti con ossigeno e metano, entrambi a temperature criogeniche. Ciò ha portato la parte esterna dei serbatoi a ricoprirsi di ghiaccio, facendo assumere ai due prototipi una colorazione bianca.
Anche durante il lancio del 20 aprile c’è stato un piccolo stop a circa quaranta secondi dal GO, hanno chiamato un hold a causa di un problema di pressurizzazione nel Super Heavy, il rischio di far esplodere la rampa di lancio era alto e tutti i parametri dovevano rispettare il segnale verde. Risolto questo problema, SpaceX ha poi proceduto con il lancio dopo soli pochi minuti. È quindi decollato con successo alle 15:32 il vettore più potente di sempre, il più grande mai realizzato nella storia dell’uomo. Musk aveva dichiarato che la spinta dei 33 Raptor del Super Heavy sarebbe stata tenuta al 90%. Dopo 3 minuti e 59 secondi, con l’accensione del FTS (il sistema che fa esplodere il razzo in modo manuale) Starship ha subito un malfunzionamento prima della separazione dal razzo, come ha spiegato SpaceX su Twitter, ed è esplosa in volo, o meglio è stata fatta esplodere dai tecnici stessi per evitare un rientro incontrollato sulla Terra. Chiaramente non c’era equipaggio a bordo e la quota massima raggiunta da Starship è stata di 39 km, mentre l’esplosione è avvenuta a 29 km di quota. SpaceX si dice in ogni caso soddisfatta, in quanto hanno raggiunto i primi obbiettivi prefissati, acquisendo tra l’altro un numero incredibile di dati pre-esplosione. Starship e Super Heavy non sono riusciti a separarsi, ma hanno superato il momento di massimo stress strutturale, il MaxQ.
Starship e Super Heavy non sono riusciti a separarsi, ma hanno superato il momento di massimo stress strutturale, il MaxQ.
Tornando al volo Il Booster 7 ha avuto problemi nell’avviare tutti i motori, e almeno 3 non si sono accesi al momento del lancio, dalle fotografie e immagini è abbastanza chiaro che alcuni Raptor fossero spenti. Circa quaranta secondi dopo il decollo, il Super Heavy ha perso un altro motore Raptor, per poi perderne un altro dopo altri dieci secondi. Il Booster 7 però è un prototipo vecchio ormai di un anno e il Booster 9 porta con sé già diverse modifiche. Tuttavia il successo della missione è quasi totale in quanto uno degli obbiettivi principali era appunto raggiungere e superare Max Q, il momento di massimo stress strutturale: obbiettivo raggiunto.
Il volo di Starship in totale è durato circa quattro minuti. Dopo circa 2 minuti e 20 secondi di volo, Starship e Super Heavy hanno iniziato a comportarsi in maniera anomala. Starship, senza una separazione fra i due stadi, ha iniziato a ruotare in maniera incontrollata, ed è proprio per questo motivo che è stato attivato il Flight Termination System, facendo detonare le cariche per far esplodere il vettore. In questo modo hanno evitato che Starship si dirigesse verso zone dove avrebbe potuto causare danni o disperdersi in modo incontrollato. Inoltre dalle prime immagini è chiaro come, nonostante le protezioni prese da SpaceX, anche il sito di lancio di Starbase abbia subito delle forti conseguenze, quindi bisognerà aspettare il ritorno dei team di SpaceX per avere delle analisi precise, ma i danni, che ci sono introno al pad non sembrano comunque di grande rilievo: lo stesso non si può dire per l’orbital launch mount (OLM), il vero e proprio pad di lancio. Nelle parole di Elon Musk su un tweet tutta la gioia della missione:
Congratulazioni @SpaceX al team per l’emozionante lancio di prova di Starship! Ho imparato molto per il prossimo lancio di prova tra pochi mesi.
Ora il futuro è ricco di dati da studiare e analizzare e in attesa che SpaceX decida di apportare alcune modifiche ai prossimi prototipi, sarà interessante seguire i lavori a Starbase nei prossimi giorni.