La psicoterapia è un trattamento efficace per l’ansia e la depressione, come dimostrano i dati della meta-analisi condotta da Pim Cuijpers. In particolare, la psicoterapia risulta altrettanto efficace dei farmaci a breve termine ma più efficace a lungo termine, riducendo così la possibilità di ricadute. Nonostante ciò, la psicoterapia non viene ancora adeguatamente considerata, spesso relegata in secondo piano rispetto ai trattamenti farmacologici.
Il lavoro pionieristico della CBT ha contribuito a riconoscere l’efficacia della psicoterapia, adottando il rigore procedurale e la verifica empirica delle altre scienze mediche. Tuttavia, i dati a favore delle psicoterapie si basano soprattutto sulla terapia cognitivo-comportamentale, che è il trattamento psicologico che mostra di gran lunga il maggior numero di dati a favore. Altri trattamenti psicologici sono meno studiati, e per questo motivo è importante continuare a promuovere la ricerca in questo campo.
Il lavoro di Cuijpers dimostra che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace nelle sue diverse formulazioni e per differenti età, tipologie di pazienti e contesti. Tuttavia, il confronto tra la terapia cognitivo-comportamentale e le altre psicoterapie non è così netto. La terapia cognitivo-comportamentale risulta leggermente superiore alle altre psicoterapie, ma questa superiorità non è più statisticamente significativa se prendiamo in considerazione solo i dati più rigorosi e affidabili.
Questi dati sollevano alcune questioni che meritano di essere discusse. Ad esempio, come possiamo garantire una maggiore qualità della ricerca in questo campo? Come possiamo promuovere l’utilizzo di trattamenti psicologici diversi dalla terapia cognitivo-comportamentale, ma ugualmente efficaci? Come possiamo sensibilizzare i medici e gli amministratori della salute mentale sull’importanza della psicoterapia?