L’acqua del nostro pianeta potrebbe aver avuto origine dalle interazioni tra le atmosfere ricche di idrogeno e gli oceani magmatici degli embrioni planetari che hanno caratterizzato gli anni formativi della Terra, secondo un nuovo lavoro di Anat Shahar della Carnegie Science e di Edward Young e Hilke Schlichting dell’UCLA. Le loro scoperte, che potrebbero spiegare le origini delle caratteristiche della Terra, sono pubblicate su Nature. Per decenni, le conoscenze dei ricercatori sulla formazione dei pianeti si sono basate principalmente sul nostro Sistema Solare. Sebbene vi siano dibattiti attivi sulla formazione di giganti gassosi come Giove e Saturno, è opinione diffusa che la Terra e gli altri pianeti rocciosi si siano formati dal disco di polvere e gas che circondava il nostro Sole. Man mano che oggetti sempre più grandi si scontravano tra loro, i piccoli planetesimi (la frazione più piccola di un pianeta) che alla fine hanno formato la Terra sono diventati più grandi e più caldi, fondendosi in un vasto oceano di magma grazie al calore delle collisioni e agli elementi radioattivi. Nel corso del tempo, quando il pianeta si è raffreddato, il materiale più denso è sprofondato verso l’interno, separando la Terra in tre strati distinti: il nucleo metallico, il mantello roccioso e siliceo e la crosta. Utilizzando un modello di nuova concezione, i ricercatori della Carnegie e dell’UCLA sono riusciti a dimostrare che, all’inizio dell’esistenza della Terra, le interazioni tra l’oceano magmatico e una proto-atmosfera molecolare di idrogeno potrebbero aver dato origine ad alcune delle caratteristiche tipiche della Terra, come l’abbondanza di acqua e il suo stato complessivamente ossidato. I ricercatori hanno utilizzato la modellazione matematica per esplorare lo scambio di materiali tra le atmosfere di idrogeno molecolare e gli oceani magmatici, esaminando 25 diversi composti e 18 diversi tipi di reazioni: abbastanza complessi da fornire dati preziosi sulla possibile storia formativa della Terra, ma abbastanza semplici da interpretare completamente. Le interazioni tra l’oceano di magma e l’atmosfera nella Terra neonata simulata hanno portato al movimento di grandi masse di idrogeno nel nucleo metallico, all’ossidazione del mantello e alla produzione di grandi quantità di acqua. Anche se tutto il materiale roccioso che si è scontrato per formare il pianeta in crescita fosse completamente asciutto, queste interazioni tra l’atmosfera molecolare di idrogeno e l’oceano magmatico genererebbero copiose quantità di acqua, hanno rivelato i ricercatori. Altre fonti d’acqua sono possibili, ma non necessarie per spiegare lo stato attuale della Terra.