Quando a marzo Google ha aperto al pubblico l’accesso a Bard, il suo chatbot basato sull’IA, l’azienda ha scelto di mantenerlo separato dal suo motore di ricerca. Inoltre, Bard è ancora disponibile solo su invito e in una manciata di Paesi, tra cui non c’è l’Italia. Insomma, siamo ancora all’inizio. Peraltro, chi l’ha provato ha sottolineato che il chatbot di Google presenta ancora numerosi limiti rispetto alla più popolare controparte di OpenAI, ChatGPT.
“È stato incredibile vedere l’entusiasmo degli utenti per l’adozione di queste tecnologie, e in parte è stata una piacevole sorpresa”, ha detto il CEO di Google, Sundar Pichai, durante un’intervista con il WSJ. Quando il quotidiano gli ha chiesto perché l’azienda non abbia rilasciato un chatbot prima, il CEO ha risposto che Google “stava cercando il momento giusto per farlo” e che nel frattempo i tempi sono diventati maturi.
Pichai ha confermato che Google continuerà a migliorare Bard con nuovi modelli di intelligenza artificiale, ma quando gli è stato chiesto se e quando Bard diventerà disponibile per tutti, ha preferito rispondere facendo spallucce: “no comment”.
Ad ogni modo, Pichai ha confermato anche che presto o tardi Berd verrà integrato all’interno del motore di ricerca di Google. “Succederà assolutamente”, ha detto Pichai. Microsoft ha già integrato la tecnologia dietro al sistema ChatGPT all’interno del suo motore di ricerca Bing.