L’Unione Europea ha compiuto un passo avanti nel riconoscimento ufficiale del reato di ecocidio. La relatrice della proposta, Marie Toussaint, ha definito questa svolta “storica”. Ora i Ventisette dovranno accettare o spiegare il motivo per cui rifiutano di introdurre questa fattispecie nei loro ordinamenti. L’Europarlamento ha approvato all’unanimità la proposta sul reato di ecocidio. Serve una “nuova era legale” poiché la situazione ambientale del pianeta è “più che critica”. E per renderla concreta, l’UE deve aggiungere il reato di ecocidio nella lista dei crimini ambientali.
La proposta sarà esaminata dai Ventisette e questi dovranno esprimersi pubblicamente nel merito, spiegando eventualmente per quali motivi rifiutano di riconoscere questo tipo di reato. Se invece la misura fosse approvata, tutti i paesi membri sarebbero obbligati a introdurre il reato di ecocidio nei rispettivi ordinamenti nazionali.
Il riconoscimento dell’ecocidio nell’UE avrebbe numerosi effetti positivi, non solo creando responsabilità a livello decisionale, ma anche dando uno strumento fondamentale per sostenere, rafforzare e migliorare l’adesione alle leggi, ai regolamenti e ai requisiti di diligenza esistenti, ha sottolineato Jojo Mehta, direttore dell’ONG Stop Ecocide International.
Per ecocidio in generale si intende un crimine contro l’ambiente di proporzioni vaste e impatto profondo. Una fattispecie che finora non ha fondamento giuridico. La definizione del reato di ecocidio adottata da Strasburgo mutua quella fornita nel giugno 2021 dall’Independent Expert Panel for the Legal Definition of Ecocide, un gruppo di avvocati penalisti internazionali, giuristi ambientali e studiosi di diritto. L’ecocidio è definito come “atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di danni gravi e diffusi o a lungo termine all’ambiente causati da tali atti”.