Questa sera, in prima visione assoluta su Rai 1 (alle ore 23), verrà trasmesso il documentario sportivo “Er gol de Turone era bono!“, di Francesco Miccichè e Lorenzo Rossi Espagnet, ricco di ospiti, tra cui Maurizio “Ramon” Turone, Andrea Rivera, Luca Beatrice, Paolo Bergamo, Maurizio Biscardi, Antonio Bongi, Paolo Calabresi, Romolo Giovanni Capuano, Bruno Conti e Paulo Roberto Falcao.
Il 10 maggio 1981, durante l’incontro Juventus – Roma decisivo per lo scudetto, Maurizio “Ramon” Turone, difensore della Roma, negli ultimi minuti di gioco si sgancia dalle retrovie e si inserisce in area avversaria per mettere la palla in rete, con un meraviglioso gol di testa. L’arbitro fischia il gol, ma poi vede il suo assistente con la bandiera alzata e l’annulla. In quel momento i sogni di Ramon e di tutta una tifoseria s’infrangono. La Roma perde quello scudetto e la ferita nel cuore dei tifosi inferta da quella decisione, ritenuta da tutti ingiusta, non si rimarginerà mai, facendo entrare quell’episodio nella leggenda. Il documentario dà voce ai protagonisti di quell’evento, dentro e fuori dal campo, per scoprire cosa è successo quel giorno e perché a distanza di quarant’anni ancora se ne parla.
Perché a distanza di quarant’anni è così importante il gol annullato a Turone? E perché un singolo episodio calcistico è entrato nell’immaginario collettivo di una città, finendo addirittura tra i commenti sui social network a un discorso ufficiale del Presidente degli Stati Uniti d’America? Come ci raccontano gli autori nelle note di regia, “Nell’attimo in cui la palla entra in rete, Turone diventa come Cesare Augusto, pronto a sfilare con tutto il suo esercito sotto l’Arco di Trionfo con la popolazione che tributa i massimi onori. Ma se il primo fotogramma dopo la rete immobilizza l’urlo pazzo di gioia del giocatore giallorosso, un difensore che chissà per quale istinto di azzardo si è avventurato fino all’area avversaria e ha compiuto un atto che non solo vuol dire ‘scudetto’ ma anche portare alla follia una città intera, nel secondo l’urlo cambia in corsa: diventa disperazione.
Su segnalazione del guardalinee, l’arbitro Bergamo ha cambiato idea: Turone è in fuorigioco. Ma non ha cambiato solo idea, ha cambiato la Storia. Ha trasformato una semplice azione di gioco in una formula che si ripresenta ogni volta che qualcosa non si compie come dovrebbe, sempre e solo a causa di una forza negativa e maligna, di un complotto che non può ammettere lo sbaglio casuale. Un vero e proprio lutto mai elaborato, quindi, un’ingiustizia, il caso irrisolto per antonomasia, un mistero italiano.
Il gol di Turone nella Capitale, infatti, è considerato dal popolo giallorosso una ferita mai rimarginata, l’emblema di tutti i torti che una città intera, non solo una squadra di calcio, può subire. Una città, come Roma, destinata a essere per diritto storico Caput mundi, ma che invece nel calcio ha dovuto sempre sottomettersi alla superiorità delle squadre del Nord.”
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